(http://www.acli.it)
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Ha ragione il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Casini, quando sostiene che dobbiamo 'lavorare accanto a Bernardino Leon per arrivare ad un governo che ci dia la possibilità di parlare con uno Stato. Perché questo stato libico ora non c’è”. Ma non c'è perché alcuni stati europei nel 2011 lo hanno disintegrato con la guerra, arrivando anche ad armare gruppi terroristici.
Non aspettiamo – conclude il presidente delle Acli - che sia il resto del mondo a giudicarci, l'Europa riconosca i suoi gravi errori, avvii immediatamente un programma europeo di soccorso per i migranti nel Mediterraneo e si dimostri ferma, autonoma ed inflessibile verso quegli stati che fomentano la destabilizzazione e che nella lotta al terrorismo non appaiono privi di ambiguità, perché tragedie come questa non abbiano mai più a ripetersi».
“Come già in altre occasioni, commenta Antonio Russo Responsabile Immigrazione della Presidenza nazionale delle Acli, ci si chiede se questo ulteriore dramma poteva essere evitato e se la salvezza delle vite umane è ancora la misura delle politiche europee. O se invece, a fronte di un’emergenza umanitaria che sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria lacerante ferita della storia dell’umanità, non si sia scelta la strada più semplice dell’omissione preventiva.