23 settembre 2015

Intrecci di Donne: parte il laboratorio di teatro per donne straniere e italiane


Siamo lieti di porre alla vostra attenzione che riparte anche quest'anno il laboratorio e progetto Teatrale "INTRECCI DI DONNE" per donne straniere e italiane, in collaborazione con il Progetto Rondine -Sprar Padova.
Un modo attraverso cui l'arte è promotrice di integrazione e conoscenza.

Il laboratorio è gratuito e si terrà ogni lunedì, dalle 18.30 alle 20.30, presso il Teatro S. Clemente in via Messico (ex Chiesa delle Granzie -Camin), per tutti i mesi di ottobre, novembre e dicembre.
Per info e iscrizioni: ericataffara@tiscali.it - 3473383976

20 settembre 2015

Tra le isole della laguna di Venezia

Il Direttivo Acli Colf di Treviso invita alla gita di fine estate che si terrà domenica 4 ottobre e riservata ai tesserati Acli 2015 (minimo 15 partecipanti). Con l'occasione si visiterà Burano, famosa per il merletto, Murano, per la lavorazione del vetro e Torcello per la sua cattedrale del 639. Il ritrovo è previsto alle ore 9 in stazione dei treni a Venezia, con rientro nel pomeriggio.
A carico dei partecipanti il costo del treno, il vaporetto (€ 20) e il pranzo.
Le iscrizioni dovranno essere effettuate entro il 25 settembre, inviando una mail a treviso@acli.it o telefonando nelle sedi Acli Colf di riferimento.

17 settembre 2015

A Carpi il primo corso on-line per i familiari che si prendono cura dei malati di Alzheimer

La Società Cooperativa "Anziani e non solo" organizza per il prossimo 5 ottobre, dalle 17 alle 18.30, il primo corso italiano on line per i familiari che si prendono cura dei propri cari affetti dal morbo di Alzheimer o demenza senile.
 
L'incontro, che si terrà presso la casa del volontariato in via B. Peruzzi 22 a Carpi (MO).
 
Per partecipare al corso, promosso anche dall'Associazione Ateniese per la malattia di Alzheimer, bisogna chiamare il numero 059-645421.
 
Ulteriori informazioni sul sito www.anzinienonsolo.it

15 settembre 2015

Pubblicato l'articolo della dott.ssa Vianello sulle migrazioni internazionali

Si segnala la pubblicazione dell'articolo della professoressa Francesca Alice Vianello dal titolo "Migrazioni internazionali e fornitura di assistenza per gli anziani lasciati alle spalle. I casi della Repubblica di Moldavia e la Romania " sull' European Journal of Social Work.

È possibile scaricare l'articolo ( gratuitamente) qui :
 

10 settembre 2015

Colf: e se l'abitazione è anche studio professionale?


Sono un libero professionista e voglio assumere una colf per la mia abitazione, in cui ho una stanza adibita a studio professionale: posso farle un unico contratto o devo "isolare" le ore che la colf dedicherebbe alla pulizia dello studio e farle un contratto a parte?

I connotati essenziali del lavoratore domestico ruotano intorno alla rilevanza dell'ambiente di lavoro: per poter applicare il regime riservato a tale settore, le attività del lavoratore devono essere dirette ad assicurare sostegno e supporto al normale "svolgimento della vita familiare" o meglio, devono essere specificatamente organizzate “per il soddisfacimento delle esigenze familiari del datore di lavoro e del suo nucleo familiare”.

Si tratta dunque di una connotazione finalistica, in cui l'elemento fondamentale è costituito dalla dimensione familiare del soggetto destinatario delle prestazioni rese dal lavoratore, che può essere inquadrato come colf se:
- svolge le normali incombenze della vita familiare (la colf, la baby sitter, l'assistente familiare);
- svolge servizi di tipo diverso, a favore della famiglia o di un suo componente (il giardiniere, l'autista);
- soddisfa le esigenze personali di una comunità di tipo familiare o parafamiliare (comunità di suore, convivenze militari, Casefamiglia), là dove il "gruppo" trova la sua immediata ragion d'essere nella riproduzione dei canoni "familiari" di convivenza, comunanza di vita e solidarietà reciproca in totale assenza di fini di lucro, politico, culturale, sportivo o di svago.
Con Circolare n. 89/1989, l'Inps ha chiarito come qualora il lavoro sia prestato esclusivamente presso il domicilio del datore di lavoro, "puo' confermarsi il rapporto assicurativo domestico, ancorche' una stanza dell'abitazione sia adibita a studio professionale e sempre che l'attività non sia connessa all'esercizio della professione", mentre deve escludersi "qualora, invece, l'attivita' si svolga soltanto presso i locali dell'impresa o dello studio professionale, fuori dall'abitazione del datore di lavoro: il rapporto sara' soggetto alle norme comuni".
Per quanto concerne, infine, il caso di prestazioni rese sia presso la famiglia che presso l'azienda o lo studio professionale fuori dall'abitazione del datore di lavoro, trattandosi, nella fattispecie di due distinti rapporti di lavoro, ciascuno di essi deve essere assoggettato alla relativa disciplina assicurativa e pertanto dovranno essere costituite due posizioni, una nel settore domestico e l'altra nel settore comune.

8 settembre 2015

Le Acli Colf aderiscono alla Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi


Carissimi e carissime in questi giorni camminare a piedi scalzi può essere un gesto di libertà più forte che in altri momenti.
 
Anche le Acli Colf aderiscono alla manifestazione che si terrà venerdì 11 settembre a Venezia per marciare simbolicamente al fianco di tutte le donne, uomini, bambini, migranti che oggi bussano alle porte dell'Europa, chiedendo aiuto e sostegno, non avendo più una loro casa.
 
Ogni persona merita accoglienza e ad ogni persona va riconosciuta la propria dignità. La Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi vuole provare a sensibilizzare e a rilanciare un cammino di civiltà, per garantire sostegno e solidarietà a quanti oggi fuggono dalla guerra e dalla fame.
 
 
Per maggiori informazioni  è possibile consultare il blog donneuominiscalzi

7 settembre 2015

Lavoro di Cura, Nutrimento per la Vita: le impressioni dei presenti al workshop di Milano

Concluso il workshop “Lavoro di cura, Nutrimento per la vita”, tenutosi a Milano lo scorso 16 giugno, abbiamo ritenuto importante chiedere a tutti i partecipanti di restituirci le proprie impressioni  e condividere con noi quel carico emozionale che l’incontro aveva suscitato in loro. Una decisione, questa, maturata dalla consapevolezza che a Milano non fosse andato in scena il classico incontro asettico, ma, “una giornata intensa di confronto durante la quale, a prevalere, non sono stati i numeri e le statistiche, ma la realtà di una professione difficile e impegnativa che tante donne dal mondo svolgono in relazione, con attenzione e amore”. Lavoratrici comuni, provenienti alcune da paesi e culture lontane, che però hanno saputo tradurre, con parole semplici e dettate dal cuore, le loro storie coinvolgenti, a tratti commoventi, così come in molti hanno riscontrato. Il segreto di questo linguaggio così carico di pathos trae origine dal fatto che "le lavoratrici hanno dimostrato di saper cogliere, anche attraverso operazioni quotidiane di scambio/trasmissione di cibo, importanti metodologie di rilevanza anche terapeutica e soprattutto di vicinanza relazionale”.
 
Il link che ha unito tutti gli interventi è stato il cibo, chiamato in causa non in maniera banale, ma come trampolino per avviare una riflessione più ampia e articolata. Ecco come il concetto di cibo è stato declinato nel corso del workshop: “Il gusto è conoscenza, il semplice atto del mangiare ci pone in relazione con l’altro, con chi prepara i cibi, chi li assaggia e li condivide, unendo in un semplice atto quotidiano chi ci è vicino da sempre, con chi proviene da Paesi anche molto lontani”. L’alimento, la pietanza, quindi, come veicolo in grado di superare le distanze, di connettere le diverse latitudini, ma anche di far riemergere lontani ricordi che si perdono nelle trame e nelle storie personali di ciascuno: “…i cibi semplici delle mie nonne contadine, la loro fatica nei campi, ma anche quanto possa essere bella la condivisione di sapori e cibi di altre culture, che avvicinano e favoriscono il dialogo anche tra persone di diversa nazionalità. La mia riflessione va anche alla generosità della terra che nonostante la poca cura che le riserviamo, continua a nutrirci con i suoi frutti”.
 
In conclusione: esperienze, ricordi, impressioni differenti che però convergono nella comune ammissione che considera metaforicamente il cibo come alimento del neonato di oggi, ma anche dell'uomo di domani; in questo accudire c’è la profonda relazione che lega, in un vicendevole arricchimento culturale, l’assistente e l’assistito, attraverso un coinvolgimento che ingloba l’intero contesto familiare.

6 settembre 2015

Le Acli Colf di Varese alla festa "Le Piazze del Mondo"

Domenica 13 settembre, presso l'area Festa Schiranna, le Acli Colf di Varese saranno in prima linea alla festa "Le Piazze del Mondo", una grande kermesse - cui parteciperanno tante Associazioni - per ricreare la vivacità e le ricchezze delle grandi piazze del mondo.
 
 
Laboratori culturali, musica, cibo. Ma anche sport e dibattiti: tante saranno le occasioni per conoscersi, confrontarsi e scoprirsi reciprocamente. Una occasione per promuovere sul territorio una cultura del rispetto e dell'incontro, ma anche per denunciare ogni forma di discriminazione, violenza e razzismo 

3 settembre 2015

Colf: anche tra parenti può esserci un rapporto di lavoro

Vorrei lasciare il lavoro per potermi dedicare a mio nipote di pochi mesi. Mio figlio sarebbe addirittura intenzionato ad assumermi come assistente familiare per almeno 25 ore, lo può fare?

Le prestazioni di lavoro domestico e di cura in ambito parentale si presumono svolte per ragioni affettive, salvo sia fornita l'indicazione e la prova contraria.

Con Messaggio n. 15451 del 12 giugno 2007, la Direzione Nazionale dell'INPS, ha richiamato all'ordine le Direzioni provinciali, in cui si era adottata la pratica di respingere a priori la richiesta di iscrizione assicurativa di tali rapporti, soprattutto quando il rapporto sia instaurato tra stranieri e si teme che nasconda una finalità connessa con  la necessità di rinnovo o regolarizzazione dei permessi di soggiorno.

 Ai sensi dell'art. 1, comma 3, del Dpr n. 1403/1971: "L'esistenza di vincoli di parentela od affinità fra datore di lavoro e lavoratore non esclude l'obbligo assicurativo quando sia provato il rapporto di lavoro": in tali casi dunque vige un principio di inversione dell'onere della prova a carico del datore di lavoro che, a richiesta degli organi ispettivi, deve fornire precisi elementi e circostanze di fatto da cui si possa ragionevolmente desumere l'esistenza del vincolo di subordinazione.

La normativa non indica naturalmente quali possano essere tali elementi e circostanze di fatto, ma la prassi ha elaborato alcuni "indizi" di riferimento, tenendo conto:

- della situazione di fatto in cui la prestazione viene svolta (espressamente previsto dalla Circolare Inps 89/1989, il caso della lavoratrice che abbandona il lavoro per dedicarsi all'accudimento del nipote, in presenza di ulteriori indici tra cui ha sicuramente rilevanza la non convivenza tra le parti);

- del grado di parentela intercorrente tra le parti, ragione per cui il rapporto di lavoro domestico tra coniugi o conviventi more uxorio non è ammesso, a meno che la prestazione riguardi l'assistenza del marito o convivente invalido, fruitore dell'indennità di accompagnamento, oppure quando la prestazione è resa a comunità familiari di cui il parente fa parte, o per specifica previsione, nel caso della perpetua a servizio di sacerdote;

- dell'esistenza o meno della convivenza, per cui in caso di parenti di secondo o terzo grado, non conviventi, il rapporto di lavoro è ritenuto dall'INPS senz'altro assicurabile, mentre è ritenuto non assicurabile il rapporto di lavoro tra parenti di primo grado, soprattutto se conviventi.

In ogni caso, visto la necessità di assicurare l'assolvimento dell'onere probatorio, oltre alla denuncia di assunzione, il datore di lavoro dovrà redigere regolare lettera di assunzione, corredata da buste paga con pagamenti tracciabili, dato che uno degli elementi imprescindibili per il riconoscimento del vincolo di subordinazione, è il pagamento di una retribuzione.