Vorrei
assumere un’assistente familiare per mia zia che non è autosufficiente e vive
da sola nel suo appartamento: per semplificare la gestione delle buste paga
posso concordare una cifra “tutto compreso” in modo da evitare di dover
sborsare cifre ingenti a titolo di tredicesima, liquidazione o ferie non
godute?
La
pratica cui fa riferimento il nipote nella sua domanda è nota come
“mensilizzazione” delle componenti retributive o meglio del c.d. “patto di
conglobamento”.
Si
tratta di una pratica molto rischiosa perché espone il datore di lavoro a molte
contestazioni e, comunque, essa è sottoposta al rispetto di alcune regole
formali fondamentali.
Innanzitutto
affinchè il c.d. patto di conglobamento sia opponibile alla lavoratrice,
evitando che la stessa, al termine del rapporto di lavoro possa pretenderne di
nuovo il versamento, è necessario che sia espressamente inserito nella lettera
di assunzione, e che indichi quali poste si intendono mensilizzate e in quale
misura.
La
giurisprudenza ha avuto modo più volte di sottolineare che, il patto di
conglobamento, può essere ammesso solo se, dal patto stesso, risultino gli
specifici titoli cui è riferibile il compenso complessivo, perché solo in
questo modo si rende possibile la verifica circa l’effettivo riconoscimento al
lavoratore dei diritti inderogabilmente spettanti per legge o per contratto.
In
secondo luogo non tutte le retribuzioni accessorie si possono inserire nel
conglobamento. E' da escludere che possa essere mensilizzata la quota di Tfr,
come del resto ribadito dalla legge 190/2014 che nel prevedere la
mensilizzazione del Tfr ha escluso espressamente i lavoratori domestici; così
come è da escludere la quota di ferie non godute, in quanto tale pratica si
pone in netto contrasto con i principi stabiliti dal D.Lgs. 8 aprile 2003, n.
66, applicabile anche al lavoro domestico, in considerazione della funzione
riconosciuta alle ferie di ricostituzione delle energie fisiche e mentali del
lavoratore e della irrinunciabilità riconosciuta addirittura dall’art. 18 della
costituzione: la forfettizzazione realizza una pratica esattamente contraria a
tale principio.
Per
sintetizzare, dunque, una retribuzione “tutto compreso” se può avere dei
vantaggi in termini di semplicità di gestione, rappresenta sicuramente una
pratica assai rischiosa da riservare a datori di lavoro “esperti” e attenti a
ogni regola formale.
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