È un ragazzo estremamente creativo e pieno di energia.
Ama la letteratura, ma ancora di più scrivere, la musica e ha una stravagante
passione per le caramelle. Oggi è in
giro per l’Italia per presentare il suo primo libro, disponibile in
libreria e gratuitamente su Amazone.
Antonio, in arte Nashy,
ha origini Angolane anche se la sua famiglia ha vissuto
più fasi d’emigrazione, che in parte hanno coinvolto anche lui.
“I miei genitori prima di arrivare in Italia sono
emigrati in Congo,
poi da Busto Arsizio ci siamo trasferiti a Cerignola in Puglia, per lavorare nei campi.
Dopo quell’esperienza ci siamo stabiliti a Ravenna,
città in cui tutto’ora vivo”.
“Dopo essermi diplomato ho iniziato a giocare a calcio e assieme a Nizar Gallal abbiamo dato
vita a “Primavera Araba”, che oltre ad essere un percorso
musicale è prima di tutto un progetto all’interno delle scuole in cui ci
confrontiamo con gli studenti su diversi temi, tra cui le discriminazioni,
l’integrazione e immigrazione”.
Traduce la sua fantasia in scrittura sin da quando era
piccolo: “Quando si tornava a
scuola dopo le vacanze estive bisognava sempre affrontare il tema delle
vacanze, ma con la mia famiglia non viaggiavamo, è li che mettevo in moto la
mia creatività”.
“Scrivere è sempre stato il mio sogno nel cassetto e
questo libro era in cantiere da tempo. Quando
scrivo mi sento meglio”.
“‘Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?’ l'ho
scritto facendomi ispirare
da quello che gira attorno alla mia vita. Dalle storie dei miei
coetanei, della mia famiglia e dalla storia
d’amore che ho vissuto
con una ragazza italiana per un anno".
"La relazione con Benedetta è al centro del mio
libro. Sono stato con lei
per dodici mesi, di cui nove in clandestinità perché sono nero. In un
certo senso questo libro è stata la risposta ad una sfida che mi lanciò la
madre della mia ex ragazza, che io ho voluto cogliere inizialmente per
dimostrare qualcosa a lei, ma mentre lo scrivevo ho capito che lo stavo
scrivendo per me”.
Il libro di Antonio è autoprodotto ed è realizzato con
una tecnica di scrittura molto originale, quella che lui
definisce “facebookiana”.
“Non è un testo lineare, è come se fossero tanti post
di Facebook, piccoli racconti, spezzoni del mio vissuto. Ogni volta
invito i lettori a leggere i capitoli accompagnati da un preciso brano
musicale, in modo che possano meglio comprendere il mio stato d’animo mentre
scrivevo quel pezzo”.
“Questo è
un libro che io ho scritto con tante persone. Mi capitava di scrivere
la mattina dei post su facebook, condividevo con altri i miei pensieri,
quando tornavo a casa la sera leggevo i commenti, elaboravo il tutto e lo
inserivo nel libro. Infatti
è come se Antonio, il protagonista, parlasse sempre con qualcuno. La
mia prima fonte d’ispirazione sono le persone e le loro storie”.
“Con ‘Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?’ sono
voluto uscire dalla
scatola piena di pregiudizi in cui mi avevano messo e l’ho fatto rompendo uno schema.
Anziché parlare solo di razzismo o d’immigrazione, ho parlato d’amore, una
relazione complicata per via delle mie origini, ma pur sempre una storia
d’amore”.
“Io mi sento italiano, ovviamente, ma non sono cresciuto
da italiano. Le mie radici hanno influenzato la mia educazione, i miei principi
e la mia attitudine nei confronti della vita. Credo
che non sia importante dove uno nasce, ma la cosa più rilevante è come si
cresce”.
“Essere educati con più culture ti permette di
fare cultura. Pensando
ai grandi uomini e donne che hanno caratterizzato la storia dell’umanità erano
in qualche moto diversi. Per me essere
diversi ti permette di dare qualcosa in più”.
Nashy oltre a scrivere e a creare musica è anche documentarista e attraverso “La vita mentre
cambia è già cambiata” racconta la sua quotidianità in attesa
dell’uscita del suo libro. Attraverso questi brevi video si vede una realtà in
cui essere nero, bianco o giallo non fa alcuna differenza.
“Credo che il
nostro male più grande derivi da chi ci ha istruito. Ricordo con
dispiacere la domanda che mi veniva fatta dalle mie maestre ‘ti senti più
italiano o africano?’. Io non
credo esista il razzismo penso che sia l’ignoranza la principale causa delle distanze che
si creano tra le persone”.
“Oggi riuscire a raggiungere un traguardo, un obiettivo
per noi figli di questa nuova Italia è doppiamente più difficile per via degli
stereotipi che ci portiamo addosso. E’
come essere ad un gradino più basso rispetto ai tuoi coetanei e con ‘Fuori
piove, dentro pure, passo a prenderti?’ è come aver scalato il podio”.