14 novembre 2013

Colf convivente: il lavoratore è tenuto alla trasferta

Sono assistente familiare convivente presso un’anziana non autosufficiente. Se dovesse essere ricoverata, la famiglia può chiedermi di recarmi in ospedale? Ho diritto ad una maggiorazione?

In caso di lavoratore convivente, l’art. 32 del nuovo Ccnl stabilisce l’obbligo, ove richiesto dal datore di lavoro, di recarsi in trasferta, ovvero di seguire il datore di lavoro o la persona alla cui cura egli è addetto, “in soggiorni temporanei in altro comune e/o in residenze secondarie”, che ben può essere l’ospedale o l’istituto di cura in cui l’anziano viene temporaneamente ricoverato.

Diverso è il caso del lavoratore a ore o, in genere, non convivente, per cui tale eventualità deve essere espressamente prevista nella lettera di assunzione, altrimenti lo stesso può legittimamente rifiutarsi.

In tali casi, devono essere rimborsate al lavoratore le eventuali spese di viaggio che debba direttamente sostenere in tali occasioni, come ad esempio le spese di trasporto andata e ritorno per l’ospedale, e, inoltre, è prevista una diaria giornaliera, cioè un importo aggiuntivo, pari al “20% della retribuzione minima tabellare giornaliera”, per tutti i giorni nei quali egli sia stato in trasferta, salvo il caso in cui il relativo obbligo sia stato contrattualmente previsto nella lettera di assunzione: la diaria aggiuntiva, cioè, non è dovuta se, fin dall’inizio dell’instaurazione del rapporto di lavoro, tale eventualità, è stata espressamente prevista attraverso l’indicazione precisa di tale evenienza (non sono valide formule eccessivamente generiche).