Sono assistente familiare
convivente presso un’anziana non autosufficiente. Se dovesse essere ricoverata,
la famiglia può chiedermi di recarmi in ospedale? Ho diritto ad una
maggiorazione?
In caso di lavoratore
convivente, l’art. 32 del nuovo Ccnl stabilisce l’obbligo, ove richiesto dal
datore di lavoro, di recarsi in trasferta, ovvero di seguire il datore di
lavoro o la persona alla cui cura egli è addetto, “in soggiorni temporanei in
altro comune e/o in residenze secondarie”, che ben può essere l’ospedale o
l’istituto di cura in cui l’anziano viene temporaneamente ricoverato.
Diverso è il caso
del lavoratore a ore o, in genere, non convivente, per cui tale eventualità
deve essere espressamente prevista nella lettera di assunzione, altrimenti lo
stesso può legittimamente rifiutarsi.
In tali casi, devono
essere rimborsate al lavoratore le eventuali spese di viaggio che debba
direttamente sostenere in tali occasioni, come ad esempio le spese di trasporto
andata e ritorno per l’ospedale, e, inoltre, è prevista una diaria giornaliera,
cioè un importo aggiuntivo, pari al “20% della retribuzione minima tabellare
giornaliera”, per tutti i giorni nei quali egli sia stato in trasferta, salvo
il caso in cui il relativo obbligo sia stato contrattualmente previsto nella
lettera di assunzione: la diaria aggiuntiva, cioè, non è dovuta se, fin
dall’inizio dell’instaurazione del rapporto di lavoro, tale eventualità, è
stata espressamente prevista attraverso l’indicazione precisa di tale evenienza
(non sono valide formule eccessivamente generiche).