10 marzo 2014

Un appello contro la violenza sulle Donne: anche la C189!!!

Di seguito riportiamo l'appello di Amnesty International contro la violenza sulle donne!
Tra i punti dell'appello vediamo come ci sia anche "dare attuazione alla C189 sulle lavoratrici e lavoratori domestici", ma anche le convenzioni relative ai cittadini migranti e alle loro famiglie e alla abrogazione del reato di clandestinità!
Un appello contro barbare espressioni di violenza, drammi e abusi, per promuovere invece nel nostro Paese gesti reali di civiltà.

 (Fonte - sito di Amnesty)
Egregio presidente del Consiglio,
Egregio presidente del Senato,
Egregia presidente della Camera,


sono un simpatizzante di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.

Ogni anno in Italia oltre 100 donne vengono uccise per mano di un uomo. In circa la metà dei casi il responsabile è il partner o l'ex partner e solo in circostanze rare si tratta di una persona sconosciuta alla donna.

Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne è una delle richieste contenute nell'Agenda in 10 punti per i diritti umani che Amnesty International Italia ha presentato a tutti i candidati e leader di coalizione, nell'ambito della campagna "Ricordati che devi rispondere", nel corso dell'ultima campagna elettorale.


Vi chiedo di stare dalla parte delle donne, impegnandovi per il rispetto dei loro diritti. In particolare, Vi chiedo di fare tutto quanto nelle Vostre competenze per:
  • considerare la lotta alla discriminazione come forma di prevenzione della violenza, realizzando programmi educativi specifici sul femminicidio e sulla parità di genere nelle scuole e inserendo una prospettiva di genere in tutte le leggi dello stato, inclusa la legge elettorale; cambiare al tempo stesso l'immagine stereotipata della donna promuovendo codici di autoregolamentazione dei media nonché formando e sensibilizzando i suoi operatori; 
  • dare completa attuazione alla legge n.119/2013, in modo da garantire che le modalità di presentazione e ricezione delle denunce non procurino ulteriori conseguenze alle donne che hanno subito violenza. Incoraggiare e supportare partnership con le Organizzazioni non governative e le associazioni della società civile;
  • garantire risorse finanziarie adeguate per ciò che riguarda i centri antiviolenza e i rifugi d'emergenza e aumentarne il numero;  
  • ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (ris. n. 45/158 del 18 dicembre 1990), nonché recepire e dare applicazione alle Direttive dell'Unione europea nn. 29/2012, 99/2011, 06/2011, 93/2011 e 80/2004;
  • dare attuazione alla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 189/2011 sulle lavoratrici e i lavoratori domestici;  
  • istituire una struttura governativa dedicata ai diritti delle donne e, dando seguito a un impegno preso da tempo dall'Italia nei confronti della comunità internazionale, creare un'istituzione nazionale indipendente per i diritti umani con una sezione dedicata ai diritti delle donne;
  • raccogliere dati statistici disaggregati, dando piena attuazione all'art. 5 h) della legge n.119 del 2013, garantendo una raccolta e un'analisi standardizzate e periodiche dei dati relativi al fenomeno del femminicidio;
  • garantire un effettivo accesso alla giustizia per le donne migranti irregolarmente presenti sul territorio italiano, abrogando il reato di immigrazione irregolare, in modo che queste siano incoraggiate a denunciare episodi di violenza.
La ringrazio per l'attenzione.
 
Per scarica e firmare l'appello!