8 marzo 2011
Per la Festa della Donna,
le Acli Colf promuovono la Parità di genere …
...anche nel settore domestico!!
Io, badante italiano in Scozia
Sono un italiano di 42 anni e ho dovuto, mio malgrado, prendere una difficile decisione.
Dopo un periodo di lavoro, non trovando un’occupazione nel paese in cui mi ero trasferito a lavorare e a vivere , lo Zimbabwe, ho accettato di affrontare una nuova sfida: andare in Scozia a fare … il badante!
Non mi ero reso conto di come il lavoro di assistenza sia una occupazione molto richiesta in tutto l’occidente ricco che trova nei paesi del terzo mondo risorse umane, o per meglio dire, forza lavoro, disposta a farlo pur di scappare da una situazione di povertà e di difficoltà economica.
Pur se italiano, mi sono affidato ad una società inglese che ha uffici nello Zimbabwe, e dopo aver prodotto moltissima documentazione, ho potuto migrare in Scozia per fare il badante!
Ovviamente come lavoratore comunitario non ho avuto problemi per quanto concerne il titolo di soggiorno, mentre ho avuto grandi difficoltà per il lavoro: quello del “badare”, o per meglio dire dell’assistere, è un lavoro difficile, duro, che chiede il rispetto di orari faticosi e soprattutto …. molta pazienza… seppur la paga almeno in Scozia sia buona.
L’agenzia attraverso la quale ho trovato lavoro mi ha fatto partecipare ad un corso di formazione di una settimana durante il quale mi sono state fornite le informazioni base che sono necessarie per svolgere il lavoro di cura. Mi hanno spiegato – debbo dire in modo professionale - le mansioni del carer (in inglese si chiama carer l’assistente famigliare/badante e caring il lavoro di cura) ed insegnato molte nozioni tecnico-infermieristiche, per esempio come trasportare una persona con i macchinari da un luogo all’altro, o ancora come comunicare in maniera efficace con una persona con l’alzheimer o sofferente di demenza.
Ho scoperto che le mansioni di un’assistente familiare sono molteplici: cucinare, pulire la casa, accudire l’anziana/o.
La mia prima esperienza in Scozia, con una persona malata di alzheimer all’ultimo stadio è stata molto dura. La persona che accudivo aveva bisogno di due carers, che si alternavano nel lavoro di assistenza. Aveva bisogno di essere lavato, accompagnato al bagno, pulito, cambiato, bisognava somministrargli medicinali ad orari precisi, si alzava per andare al bagno dalle 5 e alle 8 volte ogni notte …. ovvero doveva essere assistito 24h al giorno! Questo lavoro si ripeteva tutti i giorni della settimana dal sabato alla domenica ed ogni giorno avevo solo due ore libere, non di più…
Non ce l’ho fatta a reggere questi ritmi di lavoro per più di qualche settimana. Poi ho chiesto di poter cambiare.
Così ho cominciato a lavorare presso una persona molto più anziana che viveva nella campagna scozzese, in una zona bellissima, anche se molto isolata, senza segnale telefonico o internet. Questa persona era molto più indipendente ed autosufficiente, però, aveva bisogno di una persona con più esperienza e… munita di auto.
Non avendo una lunga esperienza nel settore ed essendo sprovvisto di un’auto, questo lavoro è durato solo un paio di settimane ed ora sono in attesa di un’altra chiamata.
Personalmente penso che dall’esterno quello del/della badante può sembrare un lavoro semplice, ma credo di poter dire che non lo è affatto. Al contrario è un lavoro molto intenso, tenuto conto anche del fatto che in molti casi si è costretti a vivere 24 h al giorno con il proprio datore di lavoro adeguandosi ai suoi ritmi ed alle sue abitudini, con pochi momenti liberi per sé (escluse le due ore al giorno che non sono mai abbastanza).
A fronte della mia esperienza, considero inoltre molto più difficile curare le persone anziane che non i bambini: è meno appagante ed è facile che nascano situazioni di conflitto (anche banali).
Tuttavia in Scozia pur essendo un lavoro impegnativo è molto ben retribuito: la paga giornaliera va dai 65 ai 100 pounds al giorno (80-120 Euro), pagati settimanalmente dal datore di lavoro all’assistente direttamente.
Vorrei segnalare infine un ulteriore aspetto legato al lavoro di cura. Al corso che mi ha avviato alla professione di badante in tutto eravamo in 12 (di età compresa tra i 25 e i 70 anni) ed io ero l’unico uomo... Trovar lavoro in questo settore è molto più difficile per un uomo che non per una donna. E questo nonostante vi sia una domanda fortissima di assistenza ed una massiccia importazione di manodopera straniera… alla faccia di tutti coloro che non vogliono gli extracomunitari in Europa a lavorare.
Inoltre, è molto probabile che in un’epoca di crisi come la nostra un numero sempre più consistente di lavoratori europei si collocheranno nel settore domestico e dell’assistenza.
Io sono uno di questi!!!
Paolo G.