Prendiamo spunto da un articolo pubblicato ieri sul Sole24Ore in cui viene affrontata una delle piaghe che maggiormente afflige il settore domestico e di cura: il lavoro nero. In tema di colf e badanti, le famiglie italiane muovono un giro d'affari di oltre 7 miliari di euro. Altrettanti, però, sono quelli generati dalle prestazioni irregolari che di fatto rappresentano soldi sottratti alle casse pubbliche.
Le associazioni datoriali, Domina nel caso specifico dell'articolo, denunciano queste situazioni che espongono le lavoratrici e i lavoratori ad una evidente sotto-tutela dei loro diritti. Esiste poi anche il lavoro grigio, quello cioè in cui vengono riconosciute solo una parte delle ore effettivamente lavorate. Del resto le irregolarità si alimentano di reciproche convenienze: le famiglie pagano meno e sono libere da vincoli, mentre le assistenti familiari rinunciano ad un insieme di garanzie e di tutele in cambio di una paga più vantaggiosa, finendo comunque poi per rimetterci. Una classica guerra tra poveri rispetto alla quale la politica non ha trovato ancora nessuna soluzione soddisfaciente.
Eppure le proposte non mancano. Anzitutto una defiscalizzazione del lavoro domestico che spingerebbe le famiglie a regolarizzare colf e badanti, facendo emergere il sommerso. E' inoltre importante assicurare a queste le dovute garanzie previdenziali onde evitare di ritrovarci, tra non molti anni, un esercito di colf e badanti - quasi un milione - in condizioni di assoluta indigenza perchè sprovviste di pensione, o con una pensione ridotta ai minimi termini.
Per questo è fondamentale rilanciare una battaglia per dire basta ai diritti negati nel lavoro domestico e di cura!
(dalla Rassegna Stampa: "Colf e badanti, un business da 7 miliardi (ma c'è ancora troppo nero)" - Sole24Ore)