19 luglio 2011

Programma Integra


L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) ha realizzato uno studio in 10 paesi membri sulle condizioni degli immigrati irregolari impiegati come lavoratori domestici. E’ emerso che si tratta di un gruppo particolarmente esposto allo sfruttamento e in alcuni casi anche all’abuso fisico.

I 10 paesi scelti per condurre l’indagine sono: Belgio, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia, Spagna e Svezia – Stati che con i loro differenti sistemi di welfare e disposizioni giuridiche sul lavoro domestico e suii diritti degli immigrati irregolari, offrono una molteplicità di punti di vista.

Tra i principali risultati, l’indagine ha evidenziato che la maggioranza degli immigrati irregolari addetti ai lavori domestici è costituita da donne che per status e genere sono spesso vittime di forme di discriminazione multipla in quanto contemporaneamente vittime di abusi sessuali e discriminazione razziale. Riguardo alle condizioni di lavoro, emerge che queste persone lavorano molte ore, sono scarsamente retribuite e non hanno periodi di riposo, ferie e congedi di malattia retribuiti. Alcuni hanno anche segnalato malattie professionali di tipo fisico e mentale aggravate dalla situazione di irregolarità. È stato rilevato infatti che la minaccia o il timore di essere licenziati, l’impossibilità di beneficiare dell’assistenza sanitaria e l’assenza del congedo di malattia retribuito scoraggiano questi lavoratori dal cercare assistenza medica o dal curarsi, anche nel caso in cui la lesione sia stata provocata da infortuni sul lavoro, con gravi conseguenze sulla salute. C’è poi il timore di rivolgersi alla giustizia per denunciare abusi e sfruttamento per il timore dell’ espulsione.

Secondo l’Agenzia europea, per intervenire su questa situazione è necessaria l’introduzione di norme chiare per tutti i lavoratori domestici che impongano limiti ai pagamenti in natura; garantiscano che la retribuzione minima prevista dalla legislazione nazionale riguardi anche i lavoratori domestici; assicurino la pensione e il congedo di malattia; creino condizioni di lavoro sane e sicure, come previsto dalla convenzione dell’ILO adottata nel giugno del 2011. I Governi dovrebbero inoltre istituire programmi mirati di migrazione che coinvolgano i lavoratori domestici, spesso non sufficienti a rispondere alla richiesta di lavoro effettivamente presente nei paesi membri. Infine la Fra chiede che si favorisca il ricorso alla giustizia garantendo un supporto maggiore ai sindacati e alle organizzazioni non governative che forniscono assistenza giuridica alle vittime di abusi e sfruttamento.

Migrants in an irregular situation employed in domestic work: Fundamental rights challenges for the European Union and its Member States