26 luglio 2011

Lo sviluppo delle reti della cura a Gaeta

Si è tenuta presso la sala consiliare del comune di Gaeta una conferenza stampa per presentare il progetto LE RETI DELLA CURA – ACLI CARE GAETA, sportello sviluppato dalle ACLI COLF in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
Sono intervenuti: l’Assessore alla formazione David Vecchiariello, il Presidente nazionale ACLI COLF Raffaella Maioni, il Presidente provinciale delle ACLI Sandro Bartolomeo e i responsabili del progetto Nicola Tavoletta, Segretario organizzativo provinciale ACLI, e Maria Civita Forte, Presidente provinciale ACLI COLF.

Intervista alla Responsabile Nazionale Acli Colf

19 luglio 2011

Le Ferie delle Colf

Ho assunto una colf che mi aiuta nelle faccende domestiche per tre volte alla settimana per due ore al giorno. Per agosto vorrei mandarla in ferie. Come devo conteggiare i giorni cui ha diritto? Devo conteggiare solo quei tre giorni alla settimana che viene da me?
L’art. 18 del Ccnl stabilisce che “Indipendentemente dalla durata dell’orario di lavoro, per ogni anno di servizio presso lo stesso datore di lavoro, il lavoratore ha diritto a un periodo di ferie di 26 giorni lavorativi”, quindi anche se la colf effettua un orario di servizio pari a 12 ore settimanali, i giorni di ferie che matura per ogni mese di lavoro sono comunque pari a 2,16.

Per chi lavora a ore, ciò che cambia è il numero dei giorni attribuibili per ferie durante la settimana: nel suo caso il numero di giorni da attribuire per ferie si conteggiano comunque da lunedì a sabato, anche se la colf si reca a lavoro solo tre volte alla settimana, considerando un valore di indennità di ferie, per ogni giorno pari alla media mensile della retribuzione, divisa per 26 (che sono in media i giorni lavorativi nel mese).

Il valore giornaliero dell’indennità di ferie, sarà inferiore alla retribuzione giornaliera che corrisponde normalmente alla retribuzione oraria concordata per le tre ore il giorno in cui presta servizio, ma alla fine, per ottenere una settimana di indennità di ferie dovrà moltiplicarla per sei giorni (e non tre) e vedrà che la retribuzione settimanale sarà più o meno la stessa.

Vedi Art. 18 - Ferie

Programma Integra


L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) ha realizzato uno studio in 10 paesi membri sulle condizioni degli immigrati irregolari impiegati come lavoratori domestici. E’ emerso che si tratta di un gruppo particolarmente esposto allo sfruttamento e in alcuni casi anche all’abuso fisico.

I 10 paesi scelti per condurre l’indagine sono: Belgio, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia, Spagna e Svezia – Stati che con i loro differenti sistemi di welfare e disposizioni giuridiche sul lavoro domestico e suii diritti degli immigrati irregolari, offrono una molteplicità di punti di vista.

Tra i principali risultati, l’indagine ha evidenziato che la maggioranza degli immigrati irregolari addetti ai lavori domestici è costituita da donne che per status e genere sono spesso vittime di forme di discriminazione multipla in quanto contemporaneamente vittime di abusi sessuali e discriminazione razziale. Riguardo alle condizioni di lavoro, emerge che queste persone lavorano molte ore, sono scarsamente retribuite e non hanno periodi di riposo, ferie e congedi di malattia retribuiti. Alcuni hanno anche segnalato malattie professionali di tipo fisico e mentale aggravate dalla situazione di irregolarità. È stato rilevato infatti che la minaccia o il timore di essere licenziati, l’impossibilità di beneficiare dell’assistenza sanitaria e l’assenza del congedo di malattia retribuito scoraggiano questi lavoratori dal cercare assistenza medica o dal curarsi, anche nel caso in cui la lesione sia stata provocata da infortuni sul lavoro, con gravi conseguenze sulla salute. C’è poi il timore di rivolgersi alla giustizia per denunciare abusi e sfruttamento per il timore dell’ espulsione.

Secondo l’Agenzia europea, per intervenire su questa situazione è necessaria l’introduzione di norme chiare per tutti i lavoratori domestici che impongano limiti ai pagamenti in natura; garantiscano che la retribuzione minima prevista dalla legislazione nazionale riguardi anche i lavoratori domestici; assicurino la pensione e il congedo di malattia; creino condizioni di lavoro sane e sicure, come previsto dalla convenzione dell’ILO adottata nel giugno del 2011. I Governi dovrebbero inoltre istituire programmi mirati di migrazione che coinvolgano i lavoratori domestici, spesso non sufficienti a rispondere alla richiesta di lavoro effettivamente presente nei paesi membri. Infine la Fra chiede che si favorisca il ricorso alla giustizia garantendo un supporto maggiore ai sindacati e alle organizzazioni non governative che forniscono assistenza giuridica alle vittime di abusi e sfruttamento.

Migrants in an irregular situation employed in domestic work: Fundamental rights challenges for the European Union and its Member States

13 luglio 2011

Concluso il corso di formazione Acli Colf 2011


Si è concluso il corso di Formazione delle Acli Colf  “Rischi e responsabilità nell’ambito del lavoro domestico e di cura”.
I temi della formazione, informazione e prevenzione sono emersi come come dati fondamentali per ridurre i rischi in ambito di lavoro domestico e di cura, nonchè i conflitti.
Il lavoro domestico vede implicati vari livelli di relazione: contrattuali, culturali, sociali, ma anche istituzionali; quindi fondamentale nella gestione di tale rapporto è non lasciare da soli i lavoratori, ma tanto meno i datori di lavoro/famiglie, pensando ad un virtuoso rapporto tra pubblico e privato: la gestione del rapporto di lavoro e l'interazione pubblico/privato può essere un elemento di garanzia per la tutela dei diritti e il rispetto dei doveri per lavoratori e datori di lavoro.
Per realizzare tutto ciò è indispensabile la formazione professionale, il tutoraggio familiare ma anche l’acquisizione di responsabilità contrattuali e strumenti di conciliazione.
Altro elemento è la presa in considerazione delle specificità territoriali poiché attraverso essa e in collaborazione a livello nazionale  si possa sostenere e promuovere una cittadinanza attiva che si sviluppi nel rispetto e nell’incontro con l’altro.

Regolarizzazione di Colf e assistenti familiari già colpiti da provvedimenti di espulsione

(Link al Patronato Acli)

Con la Circolare del Ministero dell’Interno n. 17102/124 , del 23 giugno scorso, sono state emanate disposizioni finalizzate a definire, tra l’altro, alcune questioni relative all’emersione del lavoro irregolare, in particolare nel caso in cui la persona interessata sia stata precedentemente condannata per non avere adempiuto all’ordine del Questore di lasciare il territorio dello Stato.

Va rammentato che la Corte di Giustizia europea, con sentenza del 28 aprile 2011, aveva ritenuto la normativa italiana incompatibile con la disciplina dell’Unione europea in tema di rimpatri, e che il Consiglio di Stato, con sentenza n. 7 del 10 maggio 2011, aveva recepito tale orientamento affermando che non poteva essere impedita la regolarizzazione di Colf e Badanti che non avevano lasciato il Paese a seguito di provvedimento di espulsione.

Con riferimento ai procedimenti in corso di regolarizzazione, la Circolare del Ministero dell’Interno detta orientamenti operativi, distinguendo tra procedimenti non ancora definiti, che possono essere riaperti d’ufficio da parte degli Sportelli unici, che dovranno comunque acquisire un nuovo parere del Questore, e procedimenti definiti, che pur conservando efficacia, potranno essere riaperti a seguito di istanza prodotta dal datore di lavoro.

7 luglio 2011

Lacrime su un pezzo di carta

Lacrime su un pezzo di carta
di Maria Elisabetta Gandolfi |

Dopo dieci anni da precaria un permesso di soggiorno illimitato.
Ma sono io che ho imparato da lei che ciò che conta di più è riuscire a dire col cuore: "grazie".
Vai al link vinonuovo


Aveva gli occhi lucidi mentre me lo mostrava. Un piccolo pezzo di cartoncino plastificato su cui spiccava una sua foto d'altri tempi con una scritta: "illimitato".
Era il suo permesso di soggiorno; finalmente poteva stare in pace. Poteva cioè lavorare da mane a sera nelle case altrui, tra cui la mia, per poter mandare tutti i suoi risparmi ai tre figli rimasti in patria.
È una delle tante "colf" dell'Est Europa che, venuta in Italia dieci anni fa, ha vissuto anno dopo anno la precarietà di un permesso rilasciato a volte per alcuni mesi, altre per un anno, ridotto però alla metà perché il rimanente tempo era servito per concedere l'agognato timbro su quelle povere carte. E spesso d'estate non tornava a casa dai figli che si erano rassegnati a una madre "per telefono".

Ora finalmente, dieci anni dopo, può sperare di portarli in Italia con sé almeno per le vacanze; oppure, può attraversare tutte le frontiere senza temere d'essere rimandata indietro, una volta che decide di tornare a casa senza spendere i soldi dell'aereo ma viaggiando con i "pulmini" carichi di persone e d'ogni ben di Dio, quei beni che devono significare ai figli l'affetto delle madri lontane.

Il suo primo pensiero è stato quello di mandarmi un SMS per ringraziarmi. "E di che?" - le ho poi chiesto io. "Di avermi tenuta per dieci anni".

6 luglio 2011

Immigrazione: "Pink Positive", le Acli con le donne ucraine

(dal sito delle Acli )
di Ufficio stampa Acli   
pinkpositiveLe Associazioni cristiane dei lavoratori italiani hanno intenzione di aprire a breve una sede in Ucraina, per «favorire l’immigrazione regolare e qualificata».

Lo ha annunciato il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, il 5 luglio 2011 all’Ambasciata d’Ucraina in Italia, in occasione della presentazione dei risultati conclusivi del progetto “Pink Positive”, realizzato in collaborazione con l’Associazione delle donne ucraine lavoratrici in Italia.

«Stiamo verificando – ha detto il presidente Olivero davanti all’ambasciatore Heorhii Cherniavskiy – la possibilità di aprire al più presto una sede in Ucraina, per mettere al servizio dei cittadini ucraini le nostre competenze in materia di immigrazione e tutela del lavoro, ma anche la nostra esperienza ultradecennale di accompagnamento dei cittadini italiani all’estero».

«Subito dopo l’estate – ha spiegato il vicepresidente del Patronato Acli, Fabrizio Benvignati - partirà una missione esplorativa sul posto, per valutare modi, tempi e possibilità di realizzazione di questo progetto, sulla base di altre nostre esperienze analoghe». Il Patronato Acli è già presente in altri tre paesi di forte emigrazione verso l’Italia: il Marocco, l’Albania e la Moldavia.

Formazione professionale per colf e assistenti familiari

Lunedi 11 luglio 2011, presso la sede nazionale Acli, si terrà il quarto incontro di approfondimento tematico organizzato dalle Acli Colf che verterà su "La formazione professionale per lavoratrici e Lavoratori domestici e Assistenti familiari".

Il lavoro domestico e l'assistenza familiare non prevedono un profilo professionale specifico e codificato a livello nazionale per la categoria di lavoratori che svolgono tale fondamentale professione.
Per questa ragione, e tendendo a mente l'obiettivo di un riconoscimento effettivo di professionalità e competenze, è importante lavorare per approfondire il tema della formazione professionale che questi lavoratori devono avere per andare a completare il quadro di definizione dei diritti e dei doveri, ma anche dei rischi e delle responsabilità che caratterizzano questo settore.

L’incontro in oggetto metterà a tema:
- il ruolo della formazione l professionale nel settore domestico e di cura,
- la definizione dei principali contenuti formativi nei corsi che vengono oggi realizzati,
- il quadro normativo nazionale rispetto all’accesso alla formazione professionale e alla possibile definizione di un profilo professionale