L'assistenza agli anziani malati e disabili è sempre più un problema
che grava sulle spalle, e sulle tasche, delle famiglie italiane
costrette a rivolgersi a una badante per poter prendersi cura dei loro
cari. Ma la crisi ha toccato anche questo settore: rendendolo più opaco,
certamente più sommerso, e in parte ridimensionandolo. A sottolinearlo è
il quarto rapporto sull'assistenza agli anziani non autosufficienti in
Italia, promosso dal Network non autosufficienza (Nna) e realizzato da
Inrca-Irccs. L'indagine mette in evidenza come per la prima volta, negli
ultimi dieci anni, si vada arrestando la crescita del mercato regolare
dei lavoratori domestici iscritti all'Inps.
"Questo dato potrebbe
nascondere l'espansione irregolare del mercato dell'assistenza -
scrivono Pasquinelli e Rusmini nel loro contributo al rapporto - Fatto
sta che è oggi impossibile prevedere come questa situazione si evolverà
nei prossimi anni". Diverse sono le cause che incidono sul fenomeno: le
ormai tangibili ricadute dei tagli di risorse sul sistema dei servizi
territoriali; l'aumento delle rette nelle Rsa, e non da ultime, le
difficoltà nei bilanci di molte famiglie. "La riduzione dell'intervento
pubblico e l'aumento dei costi dei servizi residenziali spostano la
ricerca di soluzioni sul mercato privato, anche con uno shifting su
lavoro a ore, più accessibile, meno costoso se sommerso - continuano gli
autori - Le difficoltà economiche portano, in senso complementare, a
massimizzare l'assistenza intrafamiliare dei membri bisognosi".
Parallelamente
il rapporto sottolinea come cresce sempre di più il contributo delle
assistenti familiari italiane. "I molti segnali che intercettiamo
mostrano un aumento delle lavoratrici italiane, concentrate nel segmento
del lavoro a ore - spiegano - Diffusamente si registra l'aumento di
iscritte italiane ai corsi di formazione per assistenti familiari e le
richieste di iscrizione agli sportelli che effettuano incrocio
domanda/offerta di assistenza". Le italiane iscritte ai corsi per
assistenti familiari organizzati da Acli Colf sono raddoppiate tra il
2009 e il 2011, mentre quelle iscritte ai corsi di Federcasalinghe
presso le sedi di Milano, Roma e Udine sono triplicate. A Torino le
badanti italiane assunte attraverso l'agenzia Obiettivo Lavoro sono
passate dalle 948 del 2008 alle 1.757 del 2010, con un incremento
dell'85 per cento.
In molte frequentano i corsi perché in cerca di
un impiego, ma sono tanti anche i nuclei che, non potendosi più
permettere la badante in casa, sostituiscono questa figura con un
familiare, che nella quasi totalità dei casi è la donna. "L'accesso
delle italiane nel lavoro di cura è una tendenza che abbiamo registrato
anche negli ultimi due anni - spiega Raffaella Maioni, responsabile di
Acli Colf - Quello che riscontriamo è che non sempre si tratta di
persone che seguono i nostri corsi perché hanno bisogno di un lavoro. Ma
spesso sono donne, che non avendo la disponibilità economica per pagare
una badante, decidono di farlo loro, restando a casa a fare assistenza
ai propri anziani. E' quello che viene chiamato "caregiver", ma questo
fenomeno nasconde anche delle criticità: le donne che scelgono infatti
di badare ai propri anziani, sono persone che hanno perso il lavoro,
disoccupate o cassaintegrate. In questo modo restano tagliate fuori dal
mercato del lavoro, rinunciano a reinserirsi e tutto il peso
dell'assistenza ricade su di loro". Nei corsi, diffusi su tutto il
territorio nazionale, vengono approfondite materie di economia
domestica, da come conservare i cibi a quali sono i prodotti da usare,
non nocivi sulle persone e sull'ambiente ma anche nozioni di tipo
infermieristico-assistenziale. "L'aspetto positivo è che oggi si tende a
voler approfondire anche le patologie cognitive, che sono le più
difficili da gestire da soli - continua Maioni - spesso le donne ci
chiedono come fare.
Quello dell'assistenza - aggiunge - è infatti un
settore ancora tutto ad appannaggio femminile, dove raramente viene
riconosciuto lo sforzo che si fa. E' un settore di welfare fondamentale
ma ancora sommerso". (ec)