Questione aperta: la perdita del posto di lavoro per lavoratrici domestiche ed in particolare per assistenti familiari che vivono in corresidenza diventa un problema che si trasforma in tragedia. Anche tra chi si rivolge alle nostra associazione il problema del lavoro e della casa e sempre più rilevante. Per molte perdere il lavoro significa anche perdere un alloggio.
Di seguito un approfondimento apparso su Redattore Sociale
Di seguito un approfondimento apparso su Redattore Sociale
In fila per chiedere un lavoro o un posto nei dormitori. Complice la crisi ma anche il periodo festivo aumentano quelle che si ritrovano senza un tetto. Fenomeno in aumento nelle grandi città. Le voci di Caritas e degli help center delle stazioni.
ROMA – Sono donne sole, provenienti prevalentemente da Romania e Ucraina, che hanno lasciato a casa i loro affetti in cerca di un futuro migliore e oggi si ritrovano per strada. Sono sempre di più le assistenti familiari che, per interruzione del contratto di lavoro, chiedono aiuto ai servizi assistenziali per non finire a dormire in giacigli di fortuna nelle strade delle città. Il fenomeno è in aumento soprattutto nei grandi centri: complice la crisi che non permette più a molte famiglie di prendere una collaboratrice familiare per accudire bambini e anziani, ma anche il periodo di feste natalizie, che lascia senza lavoro, e senza un tetto, molte collaboratrici domestiche. In tante, ormai, fanno la fila per chiedere un aiuto a cercare lavoro o un posto nei dormitori.
Per loro, che in maggioranza sono assistenti di cura, la perdita dell’occupazione comporta, infatti, anche la mancanza di un tetto sotto cui stare. Nella sola Roma quest’anno hanno chiesto aiuto agli sportelli dell’Help center della stazione Termini 775 donne: 650 sono rumene, 86 ucraine, 21 russe e 18 albanesi. I nuovi accessi sono stati 85. Ma lo scorso anno il numero ha sfiorato le 1.500 richieste. Un fenomeno ancora nascosto e poco conosciuto ma che sta dilagando anche in altre città. Su tutto il territorio nazionale a chiedere aiuto soltanto ai 15 help center situati all’interno delle stazioni, sono state 3.200 donne dell’est nei primi mesi del 2013, lo scorso anno il numero ha superato le seimila unità.
“Da questo fenomeno risulta evidente che l’assistenza ha sempre più bisogno di professionisti, le problematiche da trattare sono sempre più complesse – afferma Alessandro Radicchi, presidente di Onds, l’Osservatorio nazionale sul disagio a cui affluiscono i dati della rete degli help center -. Su Roma anche se si registra un’apparente diminuzione degli interventi il lavoro sulle persone si fa sempre sostanziale, non parliamo più solo dei cosiddetti barboni o di emergenze estreme, ma di situazioni multiproblematiche. In questo caso il problema di fondo è il lavoro”.
“Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento di donne in difficoltà per lo più straniere e dell’est – sottolinea Fabrizio Schedid, responsabile del centro diurno Binario 95, della stazione Termini di Roma - .C’è stato un periodo in cui sono aumentate le necessità di manodopera per aiuti domestici alle famiglie e queste donne sono arrivate in massa. Ma oggi lavorano sempre più a singhiozzo, per brevi periodi, restando qui in attesa di un’altra chiamata, senza un posto dove stare. Con la crisi –aggiunge - si è creato un precariato delle professioni dell’ accudimento domestico, e sono sempre di più quelle che finiscono in strada poi tornano a lavorare con il rischio di trovarsi di nuovo senza niente”.
La tendenza è confermata anche dagli operatori delle unità mobili che durante la notte perlustrano le zone limitrofe alla stazione per dare aiuto alle persone in difficoltà. “Quello delle donne dell’est che dormono in strada è un fenomeno che sta aumentando – aggiunge Roberta Molina, responsabile dell’ostello della Caritas di via Marsala a Roma - . perché questa crisi ha colpito i lavori che sono di sostegno alle famiglie. Ma in strada vediamo anche tante altre realtà difficili, nel giro di una settimana abbiamo trovato tre donne incinte che dormivano all’addiaccio, è terribile. Stiamo intensificando il lavoro e aumentando i posti letto. Purtroppo sono realtà di cui si parla troppo poco”.
Prima di finire sulla strada, una volta perso il lavoro molte donne dell’est si rivolgono all’help center della stazione Termini di Roma chiedendo soprattutto un aiuto nella ricerca del lavoro e un posto letto. “Quello della badante è un mestiere che porta a ritrovarsi da un giorno a un altro senza niente – sottolinea Laura Cucinotta responsabile dell’help center – quando l’ anziano che si accudisce muore o viene trasferito in un hospice, senza più bisogno di assistenza, queste donne si ritrovano fuori casa. Alcuni casi li riscontriamo anche nel periodo natalizio, per le vacanze le famiglie partono e magari lasciano senza un tetto le loro collaboratrici. Tutte ci chiedono soprattutto di aiutarle a trovare un’altra occupazione, che comporta avere anche un posto dove dormire”. (ec)