25 settembre 2013

Colf convivente: L'orario lo fissa il datore di lavoro

Ho assunto una assistente familiare per mio suocero, dandogli anche vitto e alloggio. Visto che il rapporto di lavoro è continuativo, come si fissa l’orario di lavoro? 
Il rapporto di lavoro che prevede anche il vitto e l’alloggio dell’assistente familiare, appartiene ad una specifica tipologia di lavoro che il Ccnl chiama “rapporto di lavoro in regime di convivenza”.


Esso si caratterizza proprio per il fatto che il vitto e l’alloggio, o in una parola la coresidenza, è una vera e propria prestazione lavorativa cui la lavoratrice non può esimersi: per lei è un obbligo vivere con il datore di lavoro o l’assistito.
Proprio per la vicinanza che si crea in questa situazione, e la solitudine privata in cui si svolge il rapporto di lavoro, il Ccnl è molto attento a imporre degli obblighi di rispetto del riposo, di cui il datore di lavoro deve necessariamente tenere conto:
-  il riposo settimanale deve essere di 36 ore, di cui 24 ore la domenica e 12 ore in un giorno della settimana a scelta delle parti (di solito il giovedì);
-  il riposo giornaliero è fissato in almeno 11 ore consecutive (per il riposo notturno) oltre ad un riposo intermedio non retribuito di almeno due ore giornaliere (di solito nel pomeriggio);
-  l’orario di lavoro massimo non può superare le 10 ore giornaliere, non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali.


Nell’ambito di tali limiti, l’art. 15, comma 5, del nuovo Ccnl, stabilisce che, la collocazione
dell’orario di lavoro è fissato dal datore di lavoro sulla base delle proprie esigenze, fermo restando che per “orario di lavoro” si intende qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, in quanto svolge effettivamente una qualsiasi prestazione lavorativa (cucinare, lavare, stirare ecc.) oppure sia anche a mera disposizione del datore di lavoro, in funzione di vigilanza o in attesa di ricevere istruzioni.

A seconda di come viene svolta quindi, anche l’attività di vigilanza può essere considerata attività lavorativa, se non consente alla lavoratrice di dedicarsi ai propri affari, e può rientrare quindi nell’orario di lavoro. L'articolazione dell’orario di lavoro deve essere inserito nella lettera di assunzione.