Importante conquista per i lavoratori domestici che arriva proprio nellagiornata internazionale del migrante.
Il 18 dicembre 2012, l'Italia ha ratificato la Convenzione 189 dell'Ilo sul lavoro domestico.
La ratifica promuove la dignità del lavoro domestico attraverso l’affermazione di diritti lavorativi e sociali per i lavoratori domestici italiani e migranti. La notizia della ratifica è arrivata alla conclusione dell'iniziativa unitaria Cgil Cisl Uil sul tema "Lavoro dignitoso per il settore domestico", promossa insieme alla confederazione internazionale dei sindacati Ituc-Csi.
Il 18 dicembre 2012, l'Italia ha ratificato la Convenzione 189 dell'Ilo sul lavoro domestico.
La ratifica promuove la dignità del lavoro domestico attraverso l’affermazione di diritti lavorativi e sociali per i lavoratori domestici italiani e migranti. La notizia della ratifica è arrivata alla conclusione dell'iniziativa unitaria Cgil Cisl Uil sul tema "Lavoro dignitoso per il settore domestico", promossa insieme alla confederazione internazionale dei sindacati Ituc-Csi.
Come Acli Colf abbiamo aderito alla Campagna 12by12 per la ratifica della Convenzione e abbiamo promosso insieme ad altre associazioni come Caritas Internationalis, AssoMoldave, Ass.ne NoDi la diffusione della conoscenza della convenzione e il sostegno alla sua ratifica, affinché si diffondesse la conoscenza di tale importante strumento internazionale di promozione dei diritti, che per il nostro paese ha una forte valenza culturale rispetto al riconoscimento del lavoro domestico come un vero lavoro.
Alla base della Convenzione 189, e della Raccomandazione 201 adottata in contemporanea dall'Ilo, ci sono infatti diritti fondamentali di cui i lavoratori domestici ancora non possono godere in molti paesi.
In questo settore si annidano infatti quelle forme che potremmo oggi chiamare di schiavitù moderna. Fra i diritti non riconosciuti possiamo ricordare la mancata possibilità di dar vita a forme di organizzazione sindacale, di accedere alla protezione sociale, a un salario minimo garantito, al riposo settimanale, a uno stipendio mensile o ancora al riconoscimento della maternità e della malattia.
In questo settore si annidano infatti quelle forme che potremmo oggi chiamare di schiavitù moderna. Fra i diritti non riconosciuti possiamo ricordare la mancata possibilità di dar vita a forme di organizzazione sindacale, di accedere alla protezione sociale, a un salario minimo garantito, al riposo settimanale, a uno stipendio mensile o ancora al riconoscimento della maternità e della malattia.
Una giornata importante per le nostre lavoratrici e lavoratori domestici, un passo in avanti nella strada della conquista di maggiori diritti e dignità.