Milioni di lavoratori in Asia e in Africa, di cui circa 2,4
milioni di lavoratori domestici nel Golfo, sono bersagli di vari tipi di abusi,
da salari non pagati, confisca dei passaporti, abusi fisici e lavoro forzato.
Sia gli abusi dei lavoratori domestici fuori dalla vista del
pubblico, come il tasso di mortalità allarmante tra i lavoratori edili, e la
situazione degli immigrati nel Golfo, richiedono una riforma urgente e profonda
(Rothna Begum - di Human Rights Watch), così come è necessario riformare il
sistema dei contratti di lavoro a partire da quello domestico. Il 23 e 24
novembre scorsi ad Abu Dabi un forum interregionale dei Paesi del Consiglio del
Golfo si è affrontato anche questo tema.
Ad oggi il sistema della kafala utilizzato
in vari gradi in tutto il Golfo , impedisce ad un lavoratore di cambiare lavoro
prima che il contratto sia risolto avendo ottenuto il consenso del suo datore
di lavoro. Ciò mantiene molti lavoratori intrappolati in situazioni di abuso.
Molti lavoratori immigrati hanno gravi difficoltà economiche non solo per
sostenere le loro famiglie nei loro paesi d'origine, ma anche per pagare i
debiti enormi sostenuti durante il processo di reclutamento con agenzie di reclutamento
di solito mal gestite, sia nei paesi di origine dei migranti che nei paesi di
destinazione del Golfo, che lucrano sul processo di migrazione.
Per approfondire www.ituc-csi.org/paises-del-golfo