“L’idea delle Acli, non il nome, nacque nella mente e nel cuore di Achille Grandi insieme con l’idea dell’unità sindacale e ne fu una conseguenza”.
L’affermazione perentoria è di monsignor Luigi Civardi, il primo assistente ecclesiastico delle Acli. Alle origini delle Acli c’è, dunque, il Patto di Roma del 12 giugno 1944, che da vita alla Cgil unitaria.
Achille Grandi, firmando il patto di unità sindacale, allega contestualmente una dichiarazione della corrente democratico-cristiana in cui tra l’altro è scritto che l’esistenza del sindacato unitario non esclude che i lavoratori si organizzino in associazioni libere e private per scopi educativi, politici, assistenziali, ricreativi ed in altre opere di carattere cooperativo e professionale.
Sono prefigurati in questa frase ruolo e compiti delle future Acli.
L’acronimo – che sciolto rinvia a Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani – è un’invenzione di Vittorino Veronese e si rivela innovativo nella scelta dell’aggettivo cristiano, invece che cattolico e nel termine associazione declinato al plurale (perché le associazioni cristiane riguardano i lavoratori delle varie categorie: dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato e del commercio).