(Domande&Risposte_Rubrica 'Ci pensano le Acli' www.acli.it)
LAVORO
TEMPO DETERMINATO
Vorrei
assumere una assistente familiare a tempo determinato, è possibile?
Sì
è possibile. Secondo l’art. 8 Ccnl, infatti, si può assumere un lavoratore
domestico a tempo determinato, per ragioni di
carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo. Ecco alcuni casi:
- per l’esecuzione di un servizio definito o predeterminato nel
tempo, anche se ripetitivo;- per sostituire lavoratori assenti per motivi familiari, compresa la necessità di raggiungere la propria famiglia residente all’estero;
- per sostituire lavoratori malati, infortunati, in maternità o fruenti dei diritti istituiti dalle norme di legge sulla tutela dei minori e dei portatori di handicap;
- per sostituire lavoratori in ferie;
- per l’assistenza extradomiciliare a persone non autosufficienti ricoverate in ospedali, case di cura, residenze sanitarie assistenziali e case di riposo.
Il contratto deve avere forma scritta, nella quale devono essere
specificate le ragioni giustificatrici del termine.
Sicuramente quindi l’assunzione a tempo
determinato è possibile ma con la riforma Fornero, questa forma di assunzione
soprattutto, per i lavoratori domestici, è meno interessante per varie ragioni.
A partire dal 1° gennaio 2013, infatti, i contributi Inps sono maggiorati: la
legge 92 del 28 giugno 2012, n. 92 nell’introdurre la nuova Aspi, che
sostituisce l’indennità di disoccupazione, ha previsto, un contributo
addizionale, a carico del datore di lavoro, pari all’ 1,40% della retribuzione
imponibile ai fini previdenziali (retribuzione convenzionale), per tutti i
rapporti di lavoro a tempo determinato. Ad esempio per la fascia superiore alle
24 ore settimanali il contributo passa da € 1,00 a € 1,07 (cui va aggiunta la
quota “cassa colf”).
Inoltre è da considerare che diversamente
dagli altri tipi di contratti di lavoro,
il contratto a tempo indeterminato di lavoro domestico, è sottoposto
alla regola del recesso ad nutum ovvero
a semplice richiesta, salvo l’obbligo
del preavviso di otto o quindici giorni di calendario a seconda della
consistenza del rapporto di lavoro (8 giorni in caso di rapporto di lavoro
sotto le 25 ore settimanali, 15 se superiore). Per contro, il termine apposto
al contratto di lavoro deve essere rispettato, per cui in caso di recesso
anticipato da parte del datore di lavoro, la lavoratrice potrebbe avanzare
richiesta di risarcimento del danno, pari alle retribuzioni che avrebbe dovuto
percepire fino alla scadenza del termine, ciò rende il tempo determinato nel
lavoro domestico “rischioso”.