28 agosto 2012

Allargando i confini delle politiche sociali

Per approfondire la riflessione sul lavoro domestico e i legami che esso ha con le politiche sociali, lo sviluppo del welfare, le migrazioni, suggeriamo la lettura di "Welfare transnazionale. La frontiera esterna delle politiche sociali" a cura di F.Piperno e M.T. Bordogna. Un testo importante per guardare ai temi di cui ci occupiamo che va oltre i nostri confini.



Le curatrici ne parleranno a Roma, lunedì 17 settembre, ore 18.00, presso la Feltrinelli librerie, via Orlando 78/81, insieme a Franco Pittau, IDOS-Coordinamento Dossier Statistico Immigrazione Caritas e Migrantes, Vladimiro Polchi, giornalista.
Sarà presente anche l'on. Livia Turco, deputata PD e responsabile Forum PD sull’immigrazione
Interventi di: Tetyana Kuzyk, Consigliera aggiunta del Comune di Roma per l’Europa dell'Est, Romulo Salvador, Consigliere aggiunto del Comune di Roma per l’Asia, Paola Villa, Responsabile Cooperazione Internazionale Acli

A seguire i temi del libro
Da alcuni decenni migrazione e sicurezza sono divenute le due facce di un binomio che sembra inseparabile e si è compreso che per promuovere questo binomio serve una dimensione politica «esterna», in grado, cioè, di assicurare la collaborazione tra paesi di arrivo e paesi di origine dei flussi migratori.
Il termine «sicurezza» continua però ad essere automaticamente associato ai concetti di controllo, respingimento dei migranti irregolari, difesa dei confini nazionali, lotta alla criminalità e, in ultima analisi, al sentimento di paura. L’obiettivo di questo volume è evidenziare come, specie in tempi di pace, esista un’altra dimensione della sicurezza, anch’essa strettamente legata ai flussi migratori. Questa dimensione coincide con i concetti di sicurezza umana, stabilità e accordo tra le nazioni e si intreccia all’universale desiderio di benessere e protezione sociale, tanto dei migranti quanto degli autoctoni.
In un contesto di crescente interdipendenza tra paesi diversi e lontani il benessere e le politiche che lo regolano mostrano sempre più chiaramente una faccia transnazionale. Promuovere la convivenza con gli autoctoni o assistere un anziano sono ad esempio processi che hanno radici lontane e cominciano a compiersi già nei paesi di origine. Ugualmente la possibilità di un migrante di contribuire positivamente allo sviluppo sociale, oltre che economico, della madrepatria in gran parte dipende dal percorso compiuto nella società di destinazione. Anche la politica sociale, dunque, non solo quella di difesa, deve dotarsi di una «frontiera esterna» e trarre vantaggio dal dialogo e dalla cooperazione con i paesi di origine, nella convinzione che il bene comune possa essere protetto anche attraverso reti estese nello spazio e un welfare transnazionale forte.