27 maggio 2012

Cittadinanza italiana ai figli delle nostre colf

di Acli Colf

© Foto di Giuseppe Aliprandi

"Siamo agli albori dell'integrazione della seconda generazione e se falliamo in questa fase ci saranno problemi seri". 
Queste sono le parole pronunciate negli scorsi giorni dal Ministro della Cooperazione Internazionale e Integrazione, Andrea Riccardi, all'incontro al San Gallicano (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà - Roma).


Il tema della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati regolari, nati e residenti in modo stabile in Italia, è prioritario anche per le Acli Colf, perché sono i figli delle nostre donne, lavoratrici domestiche, che lavorano, assistono, curano, collaborano all'interno delle nostre case.
Un aiuto importante. Un lavoro prezioso. Un impegno spesso invisibile, come sono invisibili le loro storie di donne e uomini che hanno attraversato esperienze dolorose, grandi sacrifici per costruire per se e per le proprie famiglie un futuro migliore. Fatiche di accettare percorsi di vita difficili per aiutare e sostenere in particolare i propri figli, che si sommano alla difficoltà di integrarsi in un nuovo contesto sociale.


Ed è proprio il riconoscimento della cittadinanza ai figli nati in Italia a poter costituire il primo, ma grande passo in avanti nella costruzione del processo di integrazione: legittimare dal punto di vista legislativo, ciò che nei fatti è già un dato di realtà.
Citando Riccardi rispetto al tema della cittadinanza alle seconde generazioni "capisco che ci sia una parte della popolazione che è contraria, ma una parte maggioritaria è favorevole e c'è un atteggiamento di fiducia e accettazione. Io viaggio molto, incontro molte persone e noto che davanti ai bambini stranieri gli italiani hanno un comportamento simpatizzante".


"Io confido nell'umanesimo implicito e vissuto degli italiani, quell'umanesimo che è stato offeso a Brindisi e che è stato messo a dura prova dal terremoto in Emilia-Romagna. Dobbiamo avere una considerazione positiva, attenta e costruttiva del valore dell'immigrazione nel nostro Paese un valore emerso anche dall'ultimo rapporto Istat presentato ieri".
Come Acli Colf confidiamo che tale processo prosegua e che a breve si possa raggiungere questo importante obiettivo cogliendo l'occasione di  (come abbiamo ben ribaditi lo scorso 18 novembre nel convegno "Colf d'Italia")  proseguire tutti insieme nel difficile compito di costruire il nostro Paese.