2 ottobre 2018

Le Acli Colf a Sabir, il Festival delle culture mediterranee

Le Acli Colf  parteciperanno alla IV edizione di Sabir, il Festival delle culture mediterranee che si svolgerà a Palermo dall'11 al 14 ottobre 2018.
L'evento, che si iscrive nell'ambito degli eventi di Palermo Capitale della Cultura 2018, si svilupperà intorno alla tematica della Libertà di Circolazione: libertà di circolazione delle persone, delle idee, delle Culture e dei diritti.

Questa edizione del Festival sarà inotre dedicata a Tesfalidet, che "nella vita nulla ha trovato", come recita una poesia del giovane eritreo morto di stenti subito dopo lo sbarco a Pozzallo.
 
Nella giornata di apertura, nella cornice dell'incontro "Badanti e Braccianti: lavoro dignitoso, chiave per lo sviluppo", a partire dalle 16.30, si svolgerà l'evento "Il valore della Cura", promosso da Acli Colf, Acli e Filcams Cgil dove verranno affrontate le principali criticità presenti nel lavoro domestico e proposti degli approfondimenti. Nel corso dell'incontro interverrà Raffaella Maioni, Responsabile nazionale Acli Colf, Luciana Mastrocola, Filcams Cgil, Gianfranco Zucca, Ricercatore Iref e Beatrice Busi, ricercatrice DomEqual dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Chiuderanno l'incontro Antonio Russo (ACLI), Olivero Forti (Caritas Italiana), Kurosh Danesh (CGIL)

Il Festival sarà anticipato da una conferenza stampa di presentazione che si terrà a Roma il 3 ottobre 2018, alle ore 11, presso la Casa del Cinema, in L.go Marcello Mastroianni 1. Interverranno Leoluca Orlando (Sindaco di Palermo), Francesca Chiavacci (Presidente nazionale Arci), Susanna Camusso, (segreterio generale Cgil), Roberto Rossini (Presidente nazionale Acli), Valentina Calderone (A Buon Diritto), Oliviero Forti (Caritas italiana), Valerio Cataldi (presidente Carta di Roma).

Il 3 ottobre è anche una data dal valore fortemente simbolico: in questa data, proclamata Giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell'immigrazione, 368 persone morirono annegate al largo di Lampedusa nel 2013. Erano donne, uomini, bambini, che provenivano per lo più dall'Eritrea per fuggire alla dittatura del presidente Afewerki.