2 novembre 2016

Italia, donne straniere sotto-impiegate, ma con una laurea in tasca

Tante sono le donne, soprattutto dell'Est, che a seguito dello sgretolamento dell'ex Unione Sovietica, hanno abbandonato il proprio paese per approdare in Italia in cerca di un futuro migliore. Nonostante molte di queste in tasca abbiano una laurea, spesso finiscono a svolgere lavori sotto-qualificati. E il caso di moltissime ucraine, la stragrande maggioranza delle quali impiegate come colf e badanti.
 
Secondo una recente indagine curata da Franco Pittau, il 21,5% dei cittadini ucraini residenti italiani possiede un titolo universitario: una percentuale quasi doppia rispetto agli italiani, ma che però nel nostro paese non garantisce loro un adeguato impiego, in linea con la laurea.
 
Sebbene i problemi da affrontare siano tantissimi - depressione, lontananza dai figli, perdita della privacy - alcune di queste donne sono state capaci di ritagliarsi per sè un futuro diverso, estraneo al settore del lavoro domestico. Grazie anche all'aiuto di associazioni come Donne Ucraine Lavoratrici, c'è chi è riuscita ad aprirsi una propria attività in Italia, chi ad approfondire i propri percorsi di studi o addirittura chi è ritornata a fare impresa nel proprio paese di provenienza.
 
Per un approfondimento maggiore è possibile approfondire la lettura di questo articolo.