Sono
straniera e lavoro come assistente familiare in Italia ormai da qualche anno
senza regolare permesso di soggiorno. La famiglia dove lavoro ha sentito che ci
potrebbe essere una possibilità per mettermi in regola, cosa deve fare?
Il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, lo scorso 1 febbraio, ha comunicato che era in corso di pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale, il Decreto delPresidente del Consiglio dei Ministri del 14 dicembre 2015, meglio
conosciuto come “Decreto flussi 2016”, che prevede un’apertura dei flussi
d’ingresso per i lavoratori non comunitari per l’anno 2016.
Tale decreto non prevede
nessuna regolarizzazione, ma indica il numero di lavoratori stranieri,
residenti all’estero, ammissibili in Italia nell’anno 2016, per lo svolgimento
di lavoro subordinato stagionale, non stagionale e autonomo, a precise e
determinate condizioni: nei tempi previsti dal decreto stesso, il datore di lavoro che intende
assumere il lavoratore straniero con lavoro subordinato o lavoro stagionale, o il cittadino straniero che intende fare
ingresso in Italia per lavoro autonomo, dovranno presentare la richiesta di
nulla osta al lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione competente, attraverso
un'apposita procedura telematica presente sul sito del Ministero dell'interno.
Il nulla osta è il documento
necessario per ottenere il visto che consente l'ingresso in Italia.
Una volta presentata la
richiesta, lo Sportello Unico per l’Immigrazione effettua le necessarie
verifiche di controllo e provvede ad inviare alla rappresentanza diplomatico-consolare
italiana presente nel paese di origine del cittadino straniero, il nulla osta al lavoro che autorizza
la rappresentanza diplomatico-consolare a rilasciare al cittadino straniero il
visto per l'ingresso in Italia. Una volta in Italia, il cittadino straniero
potrà stipulare il contratto di lavoro e ottenere il permesso di soggiorno.
Per quanto riguarda il lavoro domestico non è prevista alcuna
quota riservata, per cui i datori di lavoro domestico interessati potranno fare
domanda per ottenere una delle quote previste per il lavoro subordinato non
stagionale, i cui numeri sono piuttosto ristretti: 100 lavoratori di origine
italiana da Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile, 100 lavoratori di Paesi
extraue che hanno partecipato a Expo 2015, e 1.000 lavoratori che hanno
partecipato a programmi “speciali” di
formazione ed istruzione nei Paesi d’origine, organizzati da Enti e
associazioni italiane.
Sono inoltre previste 14.250
quote, riservate però a coloro che devono convertire in lavoro subordinato il
permesso di soggiorno già posseduto ad altro titolo.
La regolarizzazione è cosa ben diversa: la differenza principale si basa sul
fatto che lo straniero che accede al decreto flussi si trova all’estero, non ha
prestato ancora alcuna attività lavorativa in Italia, ma conosce un datore di
lavoro italiano che sarebbe disposto ad assumerlo, e quindi fa domanda di
accesso; mentre con la regolarizzazione, il lavoratore, già presente in Italia senza un valido titolo di soggiorno, e che svolge
un’attività lavorativa subordinata irregolare
da un certo periodo di tempo, può accedere ad una procedura di sanatoria della situazione di fatto,
che lo condurrà a ottenere permesso di soggiorno e regolare contratto di
lavoro. Ma non è oggi il caso.