La mia colf è stata investita da un’automobile mentre veniva a
lavorare. Devo pagarle comunque la retribuzione? Ho qualche obbligo che
devo adempiere?
Anche chi lavora in ambito domestico ha diritto alle prestazioni Inail, per gli infortuni sul lavoro, compreso l’eventuale “infortunio in itinere”,
quello che capita al lavoratore sul normale percorso di andata e
ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, oppure nel tragitto
tra due posti di lavoro o ancora nel tragitto tra il luogo di lavoro e
la mensa.
Il risarcimento e il comportamento del datore di
lavoro cambiano a seconda che l'Inail riconosca o meno l'infortunio in
itinere come inccidente sul lavoro o meno.
In caso di riconoscimento e di prognosi superiore ai 3 giorni, il datore di lavoro sarà tenuto a pagare per i primi 3 giorni la retribuzione globale di fatto, e a garantire la conservazione del posto di lavoro, che è di 10 giorni se la colf/assistente familiare lavora da solo sei mesi, 45 giorni se è al lavoro da oltre sei mesi e fino a due anni, 180 giorni per anzianità di servizio superiori al biennio.
In caso di riconoscimento e di prognosi superiore ai 3 giorni, il datore di lavoro sarà tenuto a pagare per i primi 3 giorni la retribuzione globale di fatto, e a garantire la conservazione del posto di lavoro, che è di 10 giorni se la colf/assistente familiare lavora da solo sei mesi, 45 giorni se è al lavoro da oltre sei mesi e fino a due anni, 180 giorni per anzianità di servizio superiori al biennio.
A partire dal 4° giorno di
assenza, sarà l’Inail che verserà al lavoratore l’indennità giornaliera
(che comprende anche i giorni festivi) e che è pari per i primi 90
giorni al 60% della retribuzione convenzionale fissata secondo le
tabelle Inps, che sale al 75% per i successivi giorni sino alla
guarigione. Durante questo periodo il datore di lavoro dovrà pagare le
indennità di ferie, il Tfr e la quota di tredicesima non liquidata
dall’Inail (40% o 25% a seconda del periodo).
Nei casi di
infortuni sul lavoro, il primo obbligo del datore di lavoro è inoltrare
denuncia di infortunio sia all’Inail che all’autorità di Pubblica
sicurezza entro due giorni dal ricevimento del primo certificato medico o
del referto del Pronto soccorso (che deve essere allegato alla
denuncia) oppure in caso di pericolo di morte, entro 24 ore anche con
telegramma o fax. Il mancato adempimento di questo preciso obbligo fa
scattare l’applicazione di sanzioni elevate.
Se l’infortunio non è invece riconosciuto come
incidente sul lavoro, la prestazione dovuta sarà quella di malattia,
che però ha una scarsa copertura per i lavoratori domestici: la malattia
non è infatti indennizzata dall’Inps, ma resta totalmente a carico del
datore di lavoro per un massimo di 8, 10 o 15 giorni a seconda
dell’anzianità di servizio (rispettivamente 6 mesi, fino a due anni e
oltre) dopo di che si avrà diritto esclusivamente alla conservazione del
posto, ma senza retribuzione.
In tali casi, se è stato pagato
il relativo contributo, potrà anche intervenire la Cassa Colf, che, a
determinate condizioni, prevede il pagamento di una indennità
giornaliera in caso di ricovero e successiva convalescenza, oltre al
rimborso dei ticket di alta specializzazione.