La Fondazione Leone Moressa ha pubblicato i dati relativa ad un'indagine condotta sul lavoro domestico, tracciando un identikit di chi sono oggi le lavoratrici domestiche.
Di seguito riportiamo il comunicato stampa che riporta alcuni dati interessanti e che fornisce una fotografia rispetto all'andamento del settore del lavoro domestico nel nostro Paese.
Femmina, 43 anni, 27 ore di lavoro a
settimana per un totale di 35 settimane dichiarate con una retribuzione annua
di 6.411 € è l’identikit del lavoratore domestico straniero.
Sebbene rispetto ad altri settori la crisi abbia
colpito in maniera moderata il comparto del lavoro domestico, tuttavia si
registra una diminuzione del – 5,2% tra i lavoratori stranieri tra il 2010 e il
2011. Tale contrazione non sembra riguardare i lavoratori italiani, che
registrano invece un aumento del 3,0%. Il lavoro domestico rimane comunque
prevalentemente appannaggio della popolazione straniera, che copre l’80,3%
della manodopera complessiva impiegato in questo settore.
L’identikit del lavoratore domestico. La
popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le
lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono
più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali
delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le
straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una
retribuzione media di 6.411 €, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153
€ all’anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici
comunitarie (1.057 €) e quelle extracomunitarie (1.102 €). Rispetto al 2010 la
retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10 %. La maggioranza
(60,2%)degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall’Europa.
Quanti sono e quanto contribuiscono.
I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è
costituito da lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia
orientale. I sud americani sono coloro che versano l’ammontare maggiore in
termini di contributi (1.188 €) al contrario dei Nord Africani che invece non
arrivano ai 1.000 € (855 €).
La distribuzione territoriale. Lombardia
e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul
territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore
degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio
(88,1%), Emilia Romagna (87.8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo
senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di
lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il
23,7 % del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si
riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la
capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori
domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).