Le Acli Colf hanno partecipato al 44° Convegno di Studi delle Acli in cui si è parlato del Lavoro scomposto. Anche le Acli Colf hanno portato la loro testimonianza di Georgeta Al Masri mettendo al centro il problema del lavoro in questo complesso periodi di crisi. Come Acli Colf abbiamo portato il nostro contributo attraverso la testimonianza dell’azione e del lavoro svolto da chi opera sul territorio.
Georgeta Al Masri (volontaria Acli Colf Benevento) ha portato il suo contributo all’interno della sessione di lavoro dedicata ai volontari delle Acli che si impegnano nella quotidianità a trasmettere il messaggio aclista. Riportiamo il suo prezioso contributo.
Buon giorno!
Mi chiamo Al Masri Georgeta, sono rumena, abito a Benevento, e sono una volontaria Acli Colf.
Sono partita dalla Romania per raggiungere l’Italia 7 anni fa, quando la Romania non era ancora nell’Unione Europea. Ho dunque vissuto le difficoltà che sperimentano sulla propria pelle i cittadini extracomunitari che cercano oggi di inserirsi in un nuovo contesto.
Sono partita con molti sogni e speranze di migliorare le condizioni di vita mie e della mia famiglia. Il mio progetto era di rimanere in Italia a lavorare per un breve periodo, il tempo necessario per risparmiare denaro utile e sufficiente per comprarmi una casa in Romania, e quindi ritornarvi.
Le cose sono andate invece diversamente. Dopo 7 anni sono ancora in Italia perché strada facendo le mie priorità sono cambiate e anche le mie aspettative per il futuro.
Vivendo in Italia e nella realtà di Benevento, ho cambiato il mio progetto di vita e questo soprattutto grazie alle esperienze non solo lavorative, ma anche di volontariato che ho potuto svolgere in questi anni. Esperienze che ho potuto fare grazie all’aver incontrato le Acli di Benevento e le Acli Colf.
Grazie alle esperienze di volontariato che ho potuto svolgere nelle Acli provinciali e nelle Acli Colf, ho capito che quanto sia importante per la mia vita dedicare del tempo per aiutare il mio prossimo; mi sento appagata a livello umano ed è, più semplicemente, un’attività che mi piace fare.
Il percorso di inserimento come immigrata non è stato facile. Quando arrivai in Italia non sapevo nemmeno una parola d’italiano e quindi dovevo sempre portare il dizionario con me.
Ho iniziato a lavorare come collaboratrice familiare in un piccolo paese in provincia di Benevento, dove il 90% era composto da persone anziane che parlavano principalmente il dialetto, che per me era una vera barriera linguistica.
Oltre al dato linguistico un’altra difficoltà incontrata è stata relativa alle abitudini locali: dagli orari dei negozi, ai piatti da cucinare. Mi sono sentita veramente spaesata.
Inoltre non conoscevo i miei diritti come cittadina straniera e come lavoratrice. Non avevo informazioni in merito alle possibilità di accedere all’assistenza sanitaria, come non conoscevo i diritti come lavoratrice domestica.
E’ stato il mio incontro con le Acli e in seguito la mia adesione alle Acli Colf che mi ha permesso di conoscere i miei diritti ed entrare a far parte di un’associazione che promuove la tutela del lavoro e dei diritti dei cittadini italiani e stranieri.
Appena ho potuto ho dunque svolto corsi di italiano, informatica, corsi specifici come i laboratori di cittadinanza per migliorare le mie conoscenze e per poter aiutare le persone che si trovano a vivere situazioni simili alla mia.
Mi sto dunque impegnando attraverso il volontariato che svolgo nelle Acli Colf, ma anche presso l’ospedale di Benevento come mediatrice culturale del progetto: “Salute: un diritto senza frontiere”.
Le sedi Acli sono state quindi luogo di apprendimento ma anche di incontro con altre persone che cercavano, e che cercano, un luogo dove informarsi e costruire nuove relazioni sociali.
Nonostante non sia una cittadina italiana cerco di contribuire in modo positivo alla comunità di cui faccio parte. E penso che sicuramente molti cittadini stranieri come me stiano dando il loro prezioso contributo sia per il loro paese d’origine, che per l’Italia stessa. Riconoscere l’impegno di questi cittadini e dei loro figli nati in Italia (ma non cittadini italiani) è fondamentale per progredire nella costruzione di un processo vero di coesione sociale.
E’ dunque importante promuovere i diritti di cittadinanza e d’inclusione sociale nei nostri contesti, per combattere l’indifferenza e la diffidenza nei confronti dell’altro.
Per questo io continuo anche adesso nelle Acli Colf a studiare e informarmi per promuovere lo stare insieme nell’associazione quale punto di riferimento per acquisire maggiore consapevolezza dei propri diritti e perché insieme ci si batta affinché questi diritti siano effettivamente esigibili, soprattutto per chi essendo straniero o donna si trova spesso ad essere discriminato o sfruttato, dalle norme e dai fatti.
Vi ringrazio per l’attenzione”.