9 gennaio 2017

Tanti occhi, un solo mondo!

Un buon 2017! … e per iniziare bene quest’anno pubblichiamo una bella testimonianza di una volontaria di servizio civile nell'ambito del progetto "Il mondo delle Colf", e che bene evidenzia l'importanza, ma anche le difficoltà, del lavoro silenzioso svolto da moltissime badanti nel nostro Paese.  Buona lettura!!!

(Giusy Recca, volontaria del servizio civile alle Acli di Varese)
"Siamo circondati da differenti realtà spesso invisibili ai nostri occhi egocentrici che osservano solo quello in cui ci rispecchiamo o desideriamo. Ma se solo per qualche secondo abbattessimo la nostra “miopia”, cosa vedremo?
Il clochard che osserva con occhi sognanti la vetrina di un panettiere, un uomo di colore che si ritrova a camminare da solo dopo che una donna ha deviato la strada vedendolo, una ragazza straniera che ha difficoltà nel chiedere spiegazioni stradali a causa della lingua …
Siamo immersi in un mondo così ricco di differenze che fa quasi paura, siamo sempre talmente concentrati nella ricerca “dell’uguale” che non riflettiamo nemmeno sul fatto che esistono così tante esperienze e storie, che sono pronte per essere ascoltate e condivise.
Fermati un attimo!
La vedi anche tu quella signora anziana sulla carrozzina che sorride in compagnia di una donna dell’Ecuador: potrebbe avere circa quaranta anni, vestita in maniera semplice, il suo tratto distintivo è il sorriso e quella affettuosità nello sguardo e nei gesti che in genere si riserba ad un proprio famigliare.
Chissà magari rivede nella sua assistita la sua mamma lontana chilometri e bisognosa di attenzioni.
Adesso la vedi anche tu, vero?
Noi al contrario abbiamo la sensazione di sicurezza nel sapere che a fine giornata ritroverai quegli occhi tanto famigliari, che ti accoglieranno dicendoti che è pronta la cena. Si tratta del tuo piatto preferito che tua mamma ha fatto con tanto amore per inaugurare il tuo primo giorno di lavoro o nel mio caso di Servizio Civile volontario.
Rubo due righe per spiegare la mia brevissima storia: sono una ragazza di ventidue anni che, spinta dalla curiosità, ha intrapreso il percorso di volontaria del Servizio Civile presso le Acli di Varese.
Ho sempre avuto un occhio di riguardo per il mondo femminile e le diverse problematiche che esso deve affrontare: molestie, senso di inferiorità, femminicidio, violenze, immigrazione, solitudine…
Quindi quando mi sono ritrovata a leggere l’annuncio che promuoveva la ricerca di sei volontari per diversi progetti sulla zona di Varese e Saronno, non ho esitato nel fare ricerche. Inizialmente avevo proprio una vaghissima idea, metaforicamente mi sentivo come un albero dai rami spogli, poi consultando il sito “aclivarese.gov.org”, quell’albero ha iniziato a piantare radici ed era ben consolidato per il percorso di crescita che volevo incominciare.
Il Servizio Civile è iniziato il 7 novembre, tra speranza ed un filo di paura per una novità nella mia vita, mi sono ritrovata ad affrontare il progetto da me scelto denominato “Il mondo delle colf” con la mia operatrice locale di progetto, Nadia Cucchi, ed altri volontari che hanno decido di intraprendere questo viaggio ma in altri ambiti: sport, turismo, legalità, anzianità.
Quel giorno il mio alberello iniziò a colorarsi di un piccolissimo puntino verde: era cresciuta una foglia!
Nelle settimane successive ho avuto l’opportunità di incontrare molte donne straniere, principale soggetto del mio percorso che dura un anno, ed ascoltare le loro storie e la voglia immensa che hanno nel voler lavorare.
Ho spesso affiancato la Presidente del Circolo Acli Colf e volontaria del Patronato Acli, Giovanna Lumiera, durante l’orario di sportello che si occupa di accompagnamento al lavoro per le lavoratrici e per le famiglie che cercano un’assistente familiare.
Ovviamente io ho visto solo una piccola parte, ancora, dei differenti servizi che le Acli offrono alle badanti. Mi sto impegnando sia da un punto di vista umanitario, conoscendo direttamente queste donne, sia operativo usando particolari programmi.
Lentamente quella fogliolina sta iniziando a soffrire meno di solitudine, circondata da altri punti verdi che rappresentato tutte le gratificazioni, amicizie e conoscenze che questo cammino ha appena iniziato a darmi. Non nego il fatto che qualche foglia cadrà a causa, forse, di un incomprensione o piccolo fallimento. Ma sono certa che tra un anno sarà tutto diverso.
Lo sento già ora, posso dire con certezza che quella donna dell’Ecuador non rivede solo sua madre nel volto dell’anziana signora, ma anche tutte le fatiche che comporta il suo lavoro come il malessere psico-fisico che varia dal semplice mal di schiena, alla paura della futura perdita della donna, le notti insonni, la mancanza dei propri famigliari…
E dimmi, ragazza con le cuffie alle orecchie, alla luce di tutto quello che ti ho detto: riesci a vedere anche tu ora?"