30 aprile 2015

Colf: Rischioso mensilizzare componenti retributive

Vorrei assumere un’assistente familiare per mia zia che non è autosufficiente e vive da sola nel suo appartamento: per semplificare la gestione delle buste paga posso concordare una cifra “tutto compreso” in modo da evitare di dover sborsare cifre ingenti a titolo di tredicesima, liquidazione o ferie non godute?

La pratica cui fa riferimento il nipote nella sua domanda è nota come “mensilizzazione” delle componenti retributive o meglio del c.d. “patto di conglobamento”.
Si tratta di una pratica molto rischiosa perché espone il datore di lavoro a molte contestazioni e, comunque, essa è sottoposta al rispetto di alcune regole formali fondamentali.
Innanzitutto affinchè il c.d. patto di conglobamento sia opponibile alla lavoratrice, evitando che la stessa, al termine del rapporto di lavoro possa pretenderne di nuovo il versamento, è necessario che sia espressamente inserito nella lettera di assunzione, e che indichi quali poste si intendono mensilizzate e in quale misura.
La giurisprudenza ha avuto modo più volte di sottolineare che, il patto di conglobamento, può essere ammesso solo se, dal patto stesso, risultino gli specifici titoli cui è riferibile il compenso complessivo, perché solo in questo modo si rende possibile la verifica circa l’effettivo riconoscimento al lavoratore dei diritti inderogabilmente spettanti per legge o per contratto.
In secondo luogo non tutte le retribuzioni accessorie si possono inserire nel conglobamento. E' da escludere che possa essere mensilizzata la quota di Tfr, come del resto ribadito dalla legge 190/2014 che nel prevedere la mensilizzazione del Tfr ha escluso espressamente i lavoratori domestici; così come è da escludere la quota di ferie non godute, in quanto tale pratica si pone in netto contrasto con i principi stabiliti dal D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66, applicabile anche al lavoro domestico, in considerazione della funzione riconosciuta alle ferie di ricostituzione delle energie fisiche e mentali del lavoratore e della irrinunciabilità riconosciuta addirittura dall’art. 18 della costituzione: la forfettizzazione realizza una pratica esattamente contraria a tale principio.
Per sintetizzare, dunque, una retribuzione “tutto compreso” se può avere dei vantaggi in termini di semplicità di gestione, rappresenta sicuramente una pratica assai rischiosa da riservare a datori di lavoro “esperti” e attenti a ogni regola formale.
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