24 settembre 2014

Il 5 ottobre da Treviso in gita a Trieste!

Consueta proposta di fine estate del direttivo Acli Colf di Treviso che invita le proprie associate alla gita a Trieste organizzata per il prossimo 5 ottobre.  Dopo Ferrara e Verona questa volta la meta è la bellissima città giuliana, con la possibilità di visitare il castello di Miramare e, a richiesta, altri luoghi simbolo triestini. Sarà una bella occasione per trascorrere una giornata in compagnia e vedere posti interessanti.

INFORMAZIONI TECNICHE:
Partenze previste da Treviso (ore 7.30), Conegliano (ore 7.50) e Vittorio Veneto (ore 8.30).
Quota di partecipazione (comprensiva di trasporto e assicurazione):
Euro 15,00 per i tesserati Acli 2014; Euro 31,00 per nuovi tesserati.
Pranzo al sacco a carico dei partecipanti.
Per maggiori informazioni vai al sito Acli Colf_ACLI Treviso.it . Potete iscrivervi inviando una mail a treviso@acli.it o telefonando nelle sedi Acli Colf di riferimento.

17 settembre 2014

Colf e permessi studio o formazione

Sono stata assunta come assistente familiare presso una famiglia. Posso chiedere dei permessi per frequentare il corso di italiano che mi servirà a rinnovare il permesso di soggiorno?

L'articolo 9 del Contratto collettivo nazionale (Ccnl) dei lavoratori domestici e familiari, entrato in vigore lo scorso 1° luglio 2013  prevede la possibilità di usufruire del monte ore annuo di 40 ore di permessi retribuiti per formazione professionale, anche “per le attività formative necessarie al rinnovo dei titoli di soggiorno” secondo la normativa vigente.
Dal marzo 2012, infatti, lo straniero che effettua il primo ingresso in Italia e presenta una richiesta di permesso di soggiorno superiore a un anno, è sottoposto alla disciplina del cosiddetto “permesso a punti”: al momento del rilascio del primo permesso, lo straniero firma un "accordo di integrazione" con cui si impegna a conseguire, entro due anni, un grado sufficiente di integrazione nella comunità, che viene misurato in “punti” o crediti, che si acquisiscono attraverso la frequentazione di corsi, acquisizione di titoli di studio, così come a determinati comportamenti, come per esempio le attività imprenditoriali o di volontariato svolte.
I punti (o crediti) si perdono in caso di condanne penali anche non definitive, misure di sicurezza personali, illeciti amministrativi o tributari.
Per tale motivo quindi le parti sindacali hanno voluto integrare l’art. 9, riguardante i permessi per formazione professionale, prevedendo l’impegno del datore di lavoro, a consentire alla lavoratrice di frequentare i corsi di formazione idonei a conseguire i crediti necessari.
Per poter usufruire di tali permessi è necessario:essere titolari di un rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato;
  • avere un’anzianità di servizio di almeno 12 mesi;
  • frequentare corsi organizzati da enti pubblici o enti privati organizzati o riconosciuti dagli Enti bilaterali;
  • produrre documentazione attestante l'effettiva frequenza e gli orari delle attività formative frequentate;
I permessi non sono comunque cumulabili nel caso in cui non se ne usufruisca, ma “scadono” con l’inizio di ogni nuovo anno.

15 settembre 2014

Te iubeste mama! - La mamma ti vuole bene!

C’è la vergogna, la disperazione e la sensazione di non essere buone madri, nelle donne rumene lontane chilometri dai loro figli per lavorare in Italia e accudire anziani e altri bambini.

C’è la forza di andare avanti per necessità, per mandare i soldi a casa. Stanno lontane un anno intero a volte anche più. I pacchi che i bambini ricevono, con il timbro estero, pieni di giocattoli, vestiti e scarpe, non colmano, però, il senso di abbandono.
Una separazione, questa, che pesa sia sulle mamme che sui bambini: la lontananza, la migrazione hanno un costo sociale non solo per la Romania ma anche per l’Italia dove queste donne lavorano: in molte sono colpite dalla depressione acuta.
Gli specialisti la chiamano Sindrome Italia, diagnosticata la prima volta nel 2005 da due psichiatri ucraini: Kiselyov e Faifrych.

Il nome “Sindrome Italia” deriva proprio dal fatto che è il Paese con il numero più alto di badanti in Europa. E si configura come una gravissima forma di depressione originata da almeno due fattori, entrambi riconducibili ad una crisi di identità; queste donne non si percepiscono più come ‘buone madri’ per la prolungata lontananza dai propri figli, e per una crisi di identità relativa alla loro nazionalità dovuta allo smembramento della terra d’origine. Questa forma depressiva colpisce anche i bambini (che l’Unicef chiama “orfani bianchi”); e questa è diventata un’emergenza sociale da quando alcuni bambini ancora in fase pre-adolescenziale si sono tolti la vita per il peso insostenibile della lontananza.

Silvia Dumitrache ha lasciato Bucarest dieci anni fa ma è arrivata in Italia con suo figlio affetto da talassemia e bisognoso di cure e di un clima migliore. Ha ricominciato tutto da Milano, lasciandosi alle spalle la Romania e le sue tradizioni, fino a quando non ha preso coscienza che le altre donne romene non avevano avuto la sua fortuna, che tanti bambini, “orfani bianchi” soffrivano lontani dalle madri, lasciati ai nonni o al padre, privati della figura materna, fondamentale in tenera età.

“Tutto è iniziato nel 2010, - racconta Silvia Dumitrache - quando ho visto un documentario “A casa da Soli” che metteva in luce proprio la drammatica situazione dei bambini romeni. Così ho pensato cosa potevo fare io per il mio paese, per le mie genti. E' nato il progetto “La mamma ti vuole bene!” (“Te iubeste mama!”), per cambiare la vita degli oltre 500.000 minorenni della Romania che aspettano il ritorno a casa dei genitori.

L'idea è semplice ma rivoluzionaria al tempo stesso: i bambini possono andare in biblioteca e parlare gratuitamente con i genitori via Skype. Alcuni fanno addirittura i compiti “in diretta” con la mamma distante chilometri e chilometri. C'è da dire, spiega Silvia, che in Romania le biblioteche offrono servizi ludico-formativi per i bambini e quindi sono già frequentate da molti di loro”.
“Il progetto è partito prima su Facebook, con l'aiuto di mia sorella e di un mio amico, adesso possiamo contare su più di 8.600 sostenitori.

 “Il mio sogno – spiega la presidente dell'associazione – è quello di poter aiutare più persone possibili e per questo sto cercando non solo di far aderire al progetto altre città italiane, ma anche di creare una piattaforma online per consentire alle donne rumene di collegarsi con facilità via internet e parlare con i loro bambini”.

Per maggiori informazioni
Link a dumitrachesilvia
Link a "teiubestemama"

12 settembre 2014

Tasi ... si paga!

Il 10 settembre 2014 segna la scadenza ufficiale per la delibera da parte dei comuni italiani delle aliquote da conoscere per il calcolo del tributo TASI - TAssa sui Servizi Indivisibili.  
La TASI si paga dunque per sostenere le spese dei comuni per i servizi cosiddetti “indivisibili”, quei servizi, cioè, che per il fatto di essere usufruiti da tutti i residenti del comune, non possono essere fatti pagare direttamente al fruitore. Sono esempi di servizi indivisibili l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la sicurezza, l’anagrafe, ecc.

Chi è tenuto a pagare la Tasi 2014
Il pagamento della Tasi 2014 ricade su tutti i proprietari di prima e seconda casa; se per i primi l'Imu risulta abolita, per i secondi il nuovo balzello si sommerà a quello precedente, con un tetto massimo dell'1,06%. Anche gli inquilini sono chiamati a versare il loro contributo, il cui importo dipenderà ancora una volta dalle aliquote comunali e potrà andare da un minimo del 10% dell'intero importo a un massimo del 30%. Sono tenuti al pagamento anche i cittadini che hanno a disposizione alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Le colf e badanti devono pagare?
Il tributo grava anche sul detentore dell’immobile che sia residente, e sempre che il comune deliberi in tal senso.
In tale fattispecie rientrano dunque tutte le forme di convivenze sulla base della residenza dichiarata della persona a prescindere dall’aver sottoscritto contratti di affitto o di comodato d’uso.
Dipenderà comunque dal Comune. Quindi nel caso in cui il Comune decida di far pagare la Tasi sugli immobili affittati oppure su quelli dati in comodato, e nel caso in cui ripartisca il tributo tra proprietari e detentori, anche la badante residente dovrà pagare la sua quota.
Si rammenta comunque che il proprietario dell’immobile è responsabile in solido del pagamento del tributo e pertanto se vuole, può pagare direttamente l’intero importo senza chiedere le quote spettanti ad inquilini o detentori residenti ad altro titolo.

Scadenze e modalità di pagamento
Riguardo le scadenze, non sono univoche ma variano in base a quanto deciso dal Comune di residenza o di ubicazione dell'immobile. Riguardo il primo acconto di giugno 2014, risulta che siano stati circa 2000 i centri cittadini ad aver già chiesto il primo anticipo. Entro mercoledì 10/09 si scoprirà il numero esatto dei Comuni che chiederanno il primo acconto al 16 ottobre, mentre per tutti il saldo dovrà essere effettuato entro la metà di dicembre 2014.
Entro il prossimo 18 settembre il Dipartimento Finanze avrà pubblicato tutte le delibere che fissano le aliquote della Tasi (il 19 settembre a Cortona durante l’Incontrodi Studi, il Caf Acli presenterà alla stampa l’elaborazione dei elaborati relativi a tutti i comuni che hanno inviato al Ministero in tempo utile le delibere sulla Tasi, con il calcolo dell'aliquota media ed il raffronto con l'Imu).
Il pagamento può essere effettuato tramite bollettini postali precompilati laddove disponibili, oppure utilizzando il modello F24, probabilmente la via più comoda sia per la possibilità di personalizzare la compilazione, sia perché la quietanza può essere effettuata tramite il proprio conto corrente bancario.

Essendoci in Italia 8000 Comuni…e avendo ogni Comune ragionato a suo modo… vi consigliamo di ottenere maggiori informazioni presso il vostro Comune di appartenenza o presso i nostri uffici Caf ACLI.


Per ulteriori approfondimenti www.mycaf.it - Tasi)

11 settembre 2014

In preparazione al Convegno di Studi Cortona 2014

Dal 18 al 20 settembre 2014, Cortona (AR) ospiterà i lavori del prossimo Incontro di studi delle ACLI.
In preparazione all'incontro l'ufficio studi delle Acli ha dedicato una prima riflessione "Start (me) up", sull'ultimo numero di Benecomune.net
Ha inoltre preparato e pubblicato una dispensa già scaricabile dalla pagina didicato all'incontro di studi. (Clicca qui leggere la dispensa)
Saggi e materiali di approfondimento per capire se e perché "il lavoro non è finito". 
"Come inquadrare il tema del lavoro oggi?". Questa è la prima domanda da cui ha preso le mosse tutto il lavoro preparatorio dell'Incontro. Ma ve ne sono altre aperte: "È superato - spiega l'Ufficio studi nella nota introduttiva - lo schema che contrappone il capitale al lavoro, in una lotta che oggi registrerebbe una clamorosa regressione della componente lavoratrice (contemplando in essa il lavoro salariato, il lavoro dipendente, il lavoro falsamente dipendente in realtà precario, dalla classe operaia al cosiddetto 'quinto stato', passando dai piccoli commercianti)? Quale direzione prendere per meglio proteggere i diritti dei lavoratori? Possiamo anche noi confermare che alle conquiste sindacali degli anni Settanta, è amaramente corrisposta una stagione di contrazione dei diritti dei lavoratori?
Nella prefazione del volume, il presidente delle Acli, Gianni Bottalico si chiede anche da dove ripartire per costruire un'economia che crei lavoro buono e giusto.
E prova ad offrire una traccia: "Da una grande iniziativa politica che scaturisca da una capacità di lettura e di progetto adeguata alle sfide non semplici che questo tempo ci presenta. E da una capacità di cogliere le difficoltà sociali ed economiche che si manifestano sui territori: la deindustrializzazione, l'aumento della disoccupazione, l'impoverimento dei ceti lavoratori, il dilagare della povertà".

Per maggiori informazioni sull'Incontro  

10 settembre 2014

Dubbi sulla Maternità? Tutela ridotta per le colf

Sono stata assunta presso una famiglia come baby sitter. In caso di maternità ho le stesse tutele di una lavoratrice dipendente di una Società?

Il rapporto di lavoro domestico è considerato dal nostro ordinamento un “rapporto di lavoro speciale”, considerato il particolare contesto, estraneo alla vita dell’impresa, in cui la prestazione viene resa.
Per questo la Legge 151/2001, sulla tutela della maternità, dedica espressamente l’art. 62 al “lavoro domestico”, asserendo che ad esso si applicano solo alcuni degli articoli dedicati alla tutela della maternità.

In particolare, non si applica alle lavoratrici domestiche il divieto di licenziamento, previsto dall’art. 55, dal concepimento fino al compimento di un anno di età del bambino, così come manca il riconoscimento della c.d. astensione facoltativa, fruibile, per tutte le altre lavoratrici, nei sei mesi successivi al termine di quella obbligatoria, e non sono riconosciuti nemmeno i c.d. “permessi di allattamento” nè le assenze giustificate dalla malattia del bambino fino a tre anni di vita.

Alla lavoratrice domestica madre è riconosciuto, dunque, solo il periodo di astensione obbligatoria, durante i 2 mesi precedenti la data presunta del parto, salvo eventuali anticipi, nel caso di pericoli per la gravidanza ad esempio (art. 17 Legge 151/2001), o posticipi (in applicazione della flessibilità del congedo) previsti dalla normativa di legge; per il periodo eventualmente intercorrente tra tale data e quella effettiva del parto; durante i 3 mesi dopo il parto. Per tale periodo la lavoratrice potrà fare domanda all’INPS per ottenere l’indennità di maternità, che coprirà l’80% della retribuzione globale di fatto, ed è assistita dalla contribuzione figurativa: durante tale periodo il datore di lavoro sospenderà infatti sia la contribuzione che la retribuzione, ad esclusione di ferie e TFR, che saranno a carico dell’INPS.

Ad esso si affianca il divieto di licenziamento, che però inizia con il concepimento (purchè intervenuto nel corso del rapporto di lavoro) e si limita ad estendersi fino alla fine del congedo obbligatorio (3 mesi dopo il parto), e non fino all’anno di età del bambino.
Il nuovo Ccnl ha rafforzato la tutela contro i licenziamenti della lavoratrice madre, introducendo un nuovo art. 39 secondo cui: “I termini di preavviso di cui al comma precedente, saranno raddoppiati nell’eventualità in cui il datore di lavoro intimi il licenziamento prima del trentunesimo giorno successivo al termine del congedo per maternità”. Quindi nel caso in cui, al termine del congedo obbligatorio, alla scadenza dei tre mesi successivi al parto, il datore di lavoro intimi il licenziamento entro i successivi 30 giorni, dovrà osservare un preavviso doppio rispetto a quello ordinario.

4 settembre 2014

Un passo di Pace: l’appello della manifestazione

I fatti di violenza, di sangue, di disperazione a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi e a cui tutt'oggi assistiamo, ci lasciano basiti, ma non indifferenti, e portano anche la nostra associazione a mobilitarsi per fare "un passo di pace!''

E’ stato diffuso ieri l’appello con cui i promotori della manifestazione nazionale per la Pace chiamano a raccolta la società civile “contro le guerre, contro le stragi di civili e contro i mercanti di armi, contro le politiche che quelle guerre hanno favorito, legittimato e a volte promosso”. L’appuntamento e a Firenze, in piazzale Michelangelo, domenica 21 settembre, a partire dalle ore 11…
Facciamo insieme
UN PASSO DI PACE!
Basta guerre! Mai più vittime! Fermiamo le stragi di civili indifesi a Gaza, in Palestina e Israele, in Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Ucraina, Congo... Per Libertà, Diritti, Dignità, Giustizia, Democrazia
Manifestazione Nazionale. Firenze, 21 settembre 2014. Piazzale Michelangelo - Ore 11:00 – 16:00