8 maggio 2013

Domande&Risposte. Colf: Risarcimento per infortunio in itinere

(www.acli.it) 
 
 La mia colf è stata investita da un’automobile mentre veniva a lavorare. Devo pagarle comunque la retribuzione? Ho qualche obbligo che devo adempiere?

Anche chi lavora in ambito domestico ha diritto alle prestazioni Inail, per gli infortuni sul lavoro, compreso l’eventuale “infortunio in itinere”, quello che capita al lavoratore sul normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, oppure nel tragitto tra due posti di lavoro o ancora nel tragitto tra il luogo di lavoro e la mensa.

Il risarcimento e il comportamento del datore di lavoro cambiano a seconda che l'Inail riconosca o meno l'infortunio in itinere come inccidente sul lavoro o meno.

In caso di riconoscimento
e di prognosi superiore ai 3 giorni, il datore di lavoro sarà tenuto a pagare per i primi 3 giorni la retribuzione globale di fatto, e a garantire la conservazione del posto di lavoro, che è di 10 giorni se la colf/assistente familiare lavora da solo sei mesi, 45 giorni se è al lavoro da oltre sei mesi e fino a due anni, 180 giorni per anzianità di servizio superiori al biennio.

A partire dal 4° giorno di assenza, sarà l’Inail che verserà al lavoratore l’indennità giornaliera (che comprende anche i giorni festivi) e che è pari per i primi 90 giorni al 60% della retribuzione convenzionale fissata secondo le tabelle Inps, che sale al 75% per i successivi giorni sino alla guarigione. Durante questo periodo il datore di lavoro dovrà pagare le indennità di ferie, il Tfr e la quota di tredicesima non liquidata dall’Inail (40% o 25% a seconda del periodo).

Nei casi di infortuni sul lavoro, il primo obbligo del datore di lavoro è inoltrare denuncia di infortunio sia all’Inail che all’autorità di Pubblica sicurezza entro due giorni dal ricevimento del primo certificato medico o del referto del Pronto soccorso (che deve essere allegato alla denuncia) oppure in caso di pericolo di morte, entro 24 ore anche con telegramma o fax. Il mancato adempimento di questo preciso obbligo fa scattare l’applicazione di sanzioni elevate.

Se l’infortunio non è invece riconosciuto come incidente sul lavoro, la prestazione dovuta sarà quella di malattia, che però ha una scarsa copertura per i lavoratori domestici: la malattia non è infatti indennizzata dall’Inps, ma resta totalmente a carico del datore di lavoro per un massimo di 8, 10 o 15 giorni a seconda dell’anzianità di servizio (rispettivamente 6 mesi, fino a due anni e oltre) dopo di che si avrà diritto esclusivamente alla conservazione del posto, ma senza retribuzione.

In tali casi, se è stato pagato il relativo contributo, potrà anche intervenire la Cassa Colf, che, a determinate condizioni, prevede il pagamento di una indennità giornaliera in caso di ricovero e successiva convalescenza, oltre al rimborso dei ticket di alta specializzazione.