L’Italia, dopo la confinante Russia, è il secondo paese di emigrazione per l’Ucraina: le donne ucraine impiegate in Italia come badanti sono infatti circa 200.000 e, per venire a cercare lavoro, sono costrette a lasciare in patria mariti e figli.
Un’assenza spesso prolungata per anni che costringe migliaia di bambini a crescere lontani dalle proprie madri e che ha avviato un processo di disgregazione del tessuto sociale dalle conseguenze molto serie.
Di questo tema si parlerà il prossimo giovedì 11 novembre a Roma, nel corso della presentazione del rapporto finale di “Children Left Behind”, un’iniziativa finanziata dal Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, e realizzato dagli uffici dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) di Roma e di Kiev, con il supporto del governo ucraino.
Un’assenza spesso prolungata per anni che costringe migliaia di bambini a crescere lontani dalle proprie madri e che ha avviato un processo di disgregazione del tessuto sociale dalle conseguenze molto serie.
Di questo tema si parlerà il prossimo giovedì 11 novembre a Roma, nel corso della presentazione del rapporto finale di “Children Left Behind”, un’iniziativa finanziata dal Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, e realizzato dagli uffici dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) di Roma e di Kiev, con il supporto del governo ucraino.
“Lo scopo del nostro progetto è stato quella di migliorare le condizioni di vita dei bambini lasciati in Ucraina,” afferma José Angel Oropeza, Direttore Regionale dell’OIM per il Mediterraneo, “di mettere in luce la situazione di estrema difficoltà in cui si trovano le donne ucraine in Italia e di fornir loro alcuni strumenti per poter creare un “ponte” con i loro figli.”
Il team dell’OIM ha realizzato uno studio da cui è emerso che le donne ucraine impiegate come “badanti” in Italia vivono in una condizione di totale invisibilità sociale ed istituzionale. L’impatto della migrazione delle madri sta generando un cambiamento dei valori familiari e allarme nella società civile Ucraina.
Il progetto ha identificato alcune azioni utili a sostenere in Ucraina ed in Italia rispettivamente i figli lasciati in patria e le madri a distanza. Tra queste, rafforzare la cooperazione tra i due paesi, supportare le scuole Ucraine, organizzare visite tra madri e figli, permettere alle badanti di lavorare sei mesi all’anno e di ‘darsi il cambio’ con un’altra donna per evitare periodi di lontananza troppo lunghi dai figli. Inoltre è stato avviato il Progetto Skype, volto a facilitare le possibilità di comunicazione tra le madri e le loro famiglie.
Inoltre, Roma Capitale, attraverso il contributo dell’On. Tetyana Kuzyk, Consigliera Aggiunta per il Continente Europa, ha sottoscritto, nell’ambito dell’“Osservatorio Italo Ucraino sulle Migrazioni” creato dall’OIM, l’Agenda di Cooperazione decentrata, un piano di azione che identifica le aree tematiche dove è più urgente intervenire.
“Il progetto ha messo in risalto un tema importante di cui non si è mai discusso in modo approfondito, specialmente al livello istituzionale”, ha sottolineato l’Ambasciatore d’Ucraina in Italia Heorhii Cherniavskiy. “Dopo la presentazione dei risultati del rapporto, si potranno individuare di concerto gli ulteriori strumenti pratici utili ad alleviare la divisione tra le madri e i loro figli”.
Il Rapporto Finale, le “Linee Guida Pedagogiche”, le “Storie di Vita” del Progetto verranno presentate nel convegno. Parteciperanno rappresentanti di Roma Capitale, dell’OIM, della Diaspora Ucraina, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Ambasciata Ucraina in Italia e della Caritas Migrantes. E’ prevista un tavolo di discussione con moderatore Franco Pittau, Caritas Migrantes e la proiezione del Video Documentario OIM “Children Left Behind”.