29 aprile 2013

Le parole della Boldrini che ricordano anche le assistenti familiari

La presidente della Camera Laura Boldrini
Laura Boldrini, all'incontro con le associazioni che si occupano di violenza di genere, parla della violenza sulle donne come problema strutturale, su cui bisogna intervenire e nel suo discorso, pensando alle tante donne vittime di violenza diretta e indiretta, cita anche le assistenti familiari, donne che sono costrette spesso a lasciare i propri figli lontani per sostenere le proprie famiglie. 

Un tema per noi Acli Colf importante pensando alle lavoratrici domestiche che si trovano sospese tra la necessità di lavoro in un Paese straniero, e le famiglie di queste donne che rimangono in patria con altrettante necessità di cura, che merita molta attenzione pensando allo sviluppo in una logica transnazionale.

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(di LAURA PREITE - La stampa)
«Non è una situazione emergenziale ma strutturale, le vostre istanze sono le mie, non è più possibile continuare come se nulla fosse». La presidente della Camera Laura Boldrini, incontra le associazioni femminili che si occupano di violenza di genere, contro le donne, alla Casa internazionale delle donne di
Roma. Sono le associazioni firmatarie della Convenzione No More, nata per promuovere azioni concrete nei confronti delle istituzioni per combattere la violenza contro le donne. Una violenza, che può arrivare al femminicidio, l’uccisione da parte del partner o ex, di cui ci sono dati scarsi, raccolti solo dalla casa delle donne di Bologna in modo empirico, dalle notizie di cronaca e che le associazioni, non mancano di sottolineare, mentre espongono il problema. 

Boldrini è venuta a chiedere loro, “che cosa si può fare, stabiliamo insieme una tabella di marcia, il mio impegno voglio che sia dimostrabile”. Ricorda il suo discorso di insediamento alla Camera, quel richiamo al problema della violenza contro le donne, che ha raccolto l’applauso dell’Assemblea. È seguita una lettera al Corriere della Sera. Boldrini ammette di non essere “una esperta di tematiche di genere ma ho messo in pratica la parità nella mia vita, fin dall’infanzia quando prima di cinque figli, ho praticato la non discriminazione, ho usato il mio potere per allevare in modo uguale, fratelli e sorelle”. “Non ci sono cose che le donne non possono fare” grida Boldrini mentre racconta la sua esperienza tra i rifugiati, “ho visto lo stupro di guerra, le donne nei campi della ex Jugoslavia, trattenute fino all’ottavo mese di gravidanza per partorire il figlio dello stupratore, noi donne non saremo mai emancipate fino a che non ci saremo tirate dietro quei tre quarti di donne che stanno peggio di noi”. E ricorda le badanti, “un fenomeno tutto italiano” in cui le donne abbandonano i proprio figli per aiutare altre donne, perché i ruoli di cura non sono condivisi. Poi, ancora più accorata, si scaglia contro “l’uso del corpo delle donne da parte delle multinazionali, volàno per qualsiasi prodotto, è inaccettabile. La questione è politica e culturale, se consentiamo l’uso delle donne come oggetto, vuol dire spianare la strada alla violenza”. 

Le associazioni chiedono tante cose: che i centri antiviolenza vengano finanziati in modo permanente, che la Convenzione di Istanbul sia ratificata dal Parlamento (dopo essere già stata firmata dal Governo) , che ci sia un Piano nazionale antiviolenza efficace, che quello nuovo che si scriverà a fine anno, coinvolgerà anche le associazioni che lavorano sul problema, diversamente da quanto fatto finora. Chiedono che ci sia la”volontà politica” per combattere la violenza, con la promozione di una cultura diversa, e denunciano che 7 donne su dieci uccise avevano denunciato, chiedendo aiuto, ma non l’avevano ricevuto. Boldrini scrive, annuisce, e al termine traccia alcune azioni : “Farò in modo che la commissioni Esteri quando insediata si occupi dell’inter della Convenzione di Istanbul”. Al governo invierà un atto di indirizzo sulla Convenzione e al Viminale una circolare, perché si seguano le buone pratiche, “per chiedere maggiore attenzione alle denunce di violenza”. C’è anche questo, raccontano le associazioni, una diversità nell’applicazione della legge a livello territoriale, per esempio nei provvedimenti di allontanamento dello stalker, in alcuni casi concessi in 48 ore, in altri casi negati