28 ottobre 2010

Motore della trasformazione o segregate dal lavoro?

Spunti di riflessione partendo dal Dossier Caritas
A cura di Acli Colf

Interessanti i numeri del Dossier Statistico Immigrazione 2010, alla sua XX edizione, e per le ACLI Colf, importanti, oltre i numeri, le riflessioni che emergono nei capitali “2009: una regolarizzazione selettiva” e “Le donne come motore della trasformazione”.
Nel Dossier si riafferma come la regolarizzazione del 2009, esclusiva per una categoria di lavoratori, ovvero cole e assistenti familiari, non abbia raggiunto il risultato sperato, ovvero di sanare la posizione di irregolarità e di lavoro nero di molti cittadini stranieri impegnati i natale settore. Questo confrontando i dati del Censis di luglio 2010 relativi al mondo della collaborazione famigliare e domestica in Italia, secondo i quali anche all’indomani del provvedimento 2 addetti al settore su 5 lavorano completamento in nero.
E legato al settore della cura, del lavoro di collaborazione famigliare e domestica, emerge la presenza significativa ed importante in questo settore delle donne straniere. Donne “che siano occupate nell’assistenza e nella cura degli anziani o dei malati, nei turni delle fabbriche o nella filiera agricola, nei servizi ai tavoli e nelle pulizie in albergo, le donne migrati sono obbligate spesso a ritmi ed orari stressanti che vanno ad incidere inevitabilmente sulla loro vita privata, accrescendone il senso di segregazione e privandole di una visibilità sociale che vada oltre la dimensione lavorativa. (…) Politiche di conciliazione disattese e un sistema di welfare che delega molto alle famiglie hanno fatto sì che il carico del lavoro di cura ricada soprattutto sulle donne, per le quali il tema della conciliazione è, evidentemente, fortemente collegato con quello dello sviluppo dell’occupazione”
Analisi interessante che le ACLI Colf hanno approfondito molto nel corso degli anni, denunciando l’abbandono in cui si trova il settore del lavoro di cura e la solitudine che spesso accomuna tanto le lavoratrici, quanto le famiglie/datoreici di lavoro.
Per il nostro settore di impegno specifico è interessate capire come le politiche per le famiglie possono sostenere conrectamente e veramente le famiglie stesse, attraverso un impegno reale rispetto al settore del lavoro domestico e dell’assistenza familiare.