15 gennaio 2013

Lavoro domestico? A Brescia l’88% è straniero


Femmina, 43 anni, 27 ore di lavoro a settimana per un totale di 35 settimane dichiarate con una retribuzione annua di 6.411 euro è l’identikit del lavoratore domestico straniero.
Sebbene rispetto ad altri settori la crisi abbia colpito in maniera moderata il comparto del lavoro domestico, tuttavia si registra una diminuzione del – 5,2% tra i lavoratori stranieri tra il 2010 e il 2011.
Tale contrazione non sembra riguardare i lavoratori italiani, che registrano invece un aumento del 3,0%. Il lavoro domestico rimane comunque prevalentemente appannaggio della popolazione straniera, che copre l’80,3% della manodopera complessiva impiegato in questo settore.
Brescia è la settima provincia, in Italia, per numero di lavoratori domestici: sono 16.615, pari al 2,3% del totale degli iscritti all’Inps. L’88% degli addetti è di origine straniera.

Roma, Milano e Torino sono sul podio: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).
La popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane.
Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di 6.411 euro, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153  all’anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici comunitarie (1.057 euro) e quelle extracomunitarie (1.102 euro). Rispetto al 2010 la retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10 %. La maggioranza (60,2%) degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall’Europa.
I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è costituito da lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia orientale. I sud americani sono coloro che versano l’ammontare maggiore in termini di contributi (1.188 euro) al contrario dei Nord Africani che invece non arrivano ai 1.000 euro (855).
Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87.8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7 % del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).